A Dosso Larici storie di vita  raccontate da Gigi Weber 

La mostra. “Donne e uomini di ferro”, allestita in Paganella, nella natura vicino al rifugio, è composta da pannelli di corten intagliati. Raffigurati anche luoghi ed edifici caratteristici di Fai 


ROSARIO FICHERA


Fai della paganella. Gigi Weber, il noto scrittore, fotografo e studioso delle tradizioni popolari di Fai della Paganella e dell’altopiano, torna a stupire il suo affezionato pubblico con una nuova mostra, dal titolo “Donne e uomini di ferro”, allestita in Paganella, tra la natura, al rifugio Dosso Larici.

Si tratta di una serie di pannelli in acciaio corten, raffiguranti scene di vita quotidiana di una volta e di alcuni luoghi e costruzioni caratteristici di Fai della Paganella, come il castello. Ogni pannello, frutto della creatività dell’autore che nel lavoro è stato affiancato dallo scultore Francesco Claus, dalla disegnatrice Michela Salvagno e dall’intagliatore Matteo Perlot, è accompagnato da testi tratti dal libro “Faioti”. L’introduzione alla mostra è stata curata dal giornalista e scrittore Sandro Filippini.

«Questa mostra – ha spiegato Gigi Weber - è nata grazie all’aiuto di tante persone, a cui sono molto riconoscente. Oltre a Sandro, Francesco, Michela e Matteo, mi hanno aiutato, tra gli altri, Gianni Girardi, Vigilio Tonidandel e tanti altri amici che ringrazio di cuore».

Ma l’idea come è nata?

«Nella mia piccola baita, nel tempo, ho raccolto vari oggetti di uso quotidiano nel lavoro o a casa. Ognuno di questi oggetti racconta una storia di fatica, un momento familiare, di amore, di amicizia. Storie di donne e uomini forti, infaticabili, di ferro direi quasi, che anche se stanchi, la sera, davanti al fuoco o a un bicchiere di vino, si riunivano per parlare, scambiarsi le proprie impressioni, i pettegolezzi, i lavori fatti durante il giorno e quelli da fare l’indomani. Così ho pensato di raffigurare questi racconti di vita quotidiana in pannelli di materiale forte e duraturo per rappresentare testimonianze antiche, ma sempre attuali che ci possono insegnare molto».

La mostra è stata allestita al rifugio Dosso Larici, in Paganella, perché?

«Perché le persone raffigurate in queste scene di vita quotidiana erano profondamente legate alla montagna, alla Paganella, un legame forte e imprescindibile che continua ancora oggi».

Fino a quando le opere rimarranno esposte?

«Fino al 20 settembre».

Qual è il sogno di Gigi Weber come storico e artista?

«Nella mia vita ho sempre cercato di tramandare le nostre tradizioni ai giovani, per non perdere soprattutto quei racconti che si tramandano di padre in figlio attraverso la parola e gli oggetti. Mi piacerebbe tantissimo che qualcuno dei giovani di Fai della Paganella continuasse questo meraviglioso e coinvolgente lavoro».

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













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