LA TRAGEDIA IN PIEMONTE

La strage Rivarolo è durata almeno 8 ore: lo sconvolgente esito delle autopsie

Fra le quattro vittime Liliana Heidempergher, originaria del Trentino (nella foto con il marito Osvaldo Dighera / immagine tratta dal profilo Facebook della figlia)

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TORINO. Cinque colpi di pistola per ammazzare quattro persone, in un arco temporale di almeno otto ore. E' quanto emerso dall'autopsia effettuata oggi a Torino sui corpi di Maria Grazia Valovatto, Wilson Tarabella, Osvaldo Dighera e Liliana Heidempergher, quest’ultima originaria del Trentino, le quattro vittime della strage di Rivarolo Canavese.

Renzo Tarabella, 83 anni, sabato scorso ha ucciso prima il figlio disabile Wilson e la moglie Maria Grazia. Lo ha fatto verosimilmente in mattinata. Con la sua pistola semiautomatica ha freddato il figlio 51enne con un colpo a bruciapelo al capo. Poi ha rivolto l'arma verso la moglie, uccidendola con un proiettile sparato frontalmente alla testa da distanza ravvicinata. A quel punto ha atteso l'ora di cena per completare la strage. Ha fatto entrare nell'alloggio il padrone di casa, Osvaldo Dighera, e lo ha colpito con due proiettili sparati a meno di un metro di distanza: il primo alla schiena, il secondo alla testa. Poco dopo stessa sorte è toccata alla moglie di Dighera, Liliana: anche lei uccisa con un colpo di pistola al capo.

I corpi sono stati scoperti dai carabinieri di Rivarolo alle tre di domenica mattina quando i militari hanno fatto irruzione nell'alloggio del pensionato a seguito dell'allarme lanciato dalla figlia dei Dighera. Proprio in quel momento Tarabella ha rivolto l'arma contro se stesso sparandosi al volto. Il proiettile, però, è uscito dallo zigomo senza ledere organi vitali.

Il pensionato è ora ricoverato al Giovanni Bosco di Torino. Le sue condizioni sono in miglioramento: tra qualche giorno potrebbe anche rispondere alle domande degli investigatori. Resta da chiarire il movente: i carabinieri hanno recuperato nell'alloggio della strage, al quinto piano di un palazzone in corso Italia, due biglietti scritti a mano da Tarabella. "I due hanno insultato mio figlio già morto. È giusto che paghino per quello che hanno detto. Ho dovuto farlo grazie a questa società", ha scritto il pensionato riferendosi ai padroni di casa. Ma gli inquirenti hanno forti dubbi sul valore di quelle frasi. 













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