Il caso

Insulti e gesti osceni, Sgarbi annuncia le dimissioni da sottosegretario

Lo ha annunciato a margine di un evento a Milano. Il presidente del Mart, indagato per riciclaggio di beni culturali per il quadro rubato, era stato rimosso da presidente della Fondazione Canova. "Insulti alla stampa? Non mi devo scusare con nessuno"



MILANO. «Mi dimetto con effetto immediato da sottosegretario del governo e lo comunicherò nelle prossime ore alla Meloni». E’ quanto ha detto oggi (2 febbraio) il sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi, che è anche presidente del Mart di Trento e Rovereto, a margine di un evento a Milano.

Urla, insulti, minacce di abbassarsi i pantaloni. E' il trattamento che Sgarbi ha riservato ai giornalisti Manuele Bonaccorsi di Report e Thomas Mackinson del Fatto Quotidiano, autori dell'inchiesta sul quadro del pittore Rutilio Manetti per il quale Sgarbi è indagato per riciclaggio di beni culturali dalla procura di Macerata. Nella puntata di Report andata in onda su Rai3 si vede la reazione del sottosegretario di fronte alle domande dei cronisti. 

"Non mi devo scusare con nessuno, ho espresso le mie imprecazioni come fa chiunque"ha detto il sottosegretario a margine dell'evento 'La Ripartenza' a Milano, interrogato sulla sua reazione alle inchieste dei giornalisti di Report e de Il Fatto Quotidiano. A chi gli chiedeva quale fosse, in seguito alla sue reazioni, l'immagine di lui che arriva all'estero, il sottosegretario risponde: "Dobbiamo chiederlo all'estero".

L’annuncio di oggi di Sgarbi avviene dopo che il sindaco di Possagno Valerio Favero ha annunciato che Sgarbi non sarà più Presidente della Fondazione Canova, in risposta agli appelli social contro il sottosegretario dopo gli insulti e i gesti osceni registrati da "Report" che rappresentano solo l'ultimo tassello di un rapporto già deteriorato. "Abbiamo prorogato questo cda per chiudere le manifestazioni canoviane - annuncia il sindaco Favero al Gazzettino – ma ho comunicato già a dicembre a Sgarbi la decisione di non procedere nel rinnovo del suo incarico". Una scelta maturata "prima dell'inchiesta, ma senza dubbio quanto visto in televisione è tutt'altro che edificante".

 













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