politica

Implosione Patt, la segreteria contro Dallapiccola e Demagri: «Nostra linea chiara, lontana dagli estremismi delle coalizioni»

Dopo l'addio dei due consiglieri provinciali il segretario Marchiori replica anche sui mancati versamenti: «Fatti fuori tempo massimo, mancavano 15 mensilità»

L'ADDIO DI DALLAPICCOLA E DEMAGRI. "Noi alternativi alla maggioranza di centrodestra"



TRENTO. Appare come un’implosione quella del Patt a un anno dalle elezioni provinciali del 2023. Dopo l’addio dell’ex governatore Ugo Rossi, passato con Azione, ora a lasciare sono altri due dei 4 consiglieri provinciali, l’ex assessore Michele Dallapiccola e Paola Demagri, che hanno giudicato insanabile la frattura con il partito e annunciato che alle provinciali sosterranno l’Alleanza democratica per l’autonomia alternativa all’attuale maggioranza di centrodestra. 

Durissima la replica della segreteria, a firma del segretario politico Simone Marchiori, della vice Roberta Bergamo, del segretario organizzativo Davide Gamberoni, del presidente Franco Panizza e del vice Lorenzo Conci.

“Non vogliamo alimentare la polemica di chi lascia, ma chiarire la verità dei fatti, preso atto delle inesattezze e delle notizie infondate presenti nel comunicato con il quale Paola Demagri e Michele Dallapiccola hanno annunciato il loro addio al Partito, nonostante non fosse stata avviata nei loro confronti alcuna iniziativa disciplinare”, scrivono. «La comunicazione inviata dalla Tesoriera più di tre mesi fa (e preceduta da numerosi solleciti scritti e verbali), di fronte al mancato versamento di 15 mensilità da parte di Dallapiccola e di 10 da parte di Demagri (quindi un lasso di tempo ben più ampio di quello che ci separa dallo scorso Congresso abbracciando addirittura l’anno 2021), citava testualmente l’automatica decadenza dalle cariche del Partito, ma non dall’appartenenza al Partito. A questa ennesima comunicazione della Tesoriera, nessuno dei due consiglieri ha risposto e nemmeno in occasione dell’ultimo Consiglio del Partito hanno manifestato la volontà di onorare gli impegni sottoscritti. E a poco vale il saldo delle somme fuori tempo massimo: il Regolamento finanziario del Partito prevede comunque la decadenza dagli organi e, al di là di questo, nessuno dei due ha avvisato del bonifico arrivato a lettere già spedite». 

C’è poi la questione politica. «La decadenza dalle cariche di partito non impedisce né il confronto né il dibattito che, peraltro, è avvenuto anche nell’ultimo Consiglio del Partito», chiarisce la segreteria. «Un Consiglio durato più di tre ore, nel quale si sono potute esporre tutte le posizioni ed opinioni, ma in cui c’è stato anche un voto chiaro e inequivocabile sulla linea del Partito da tenere da qui alle elezioni provinciali. Una linea che non è cambiata da prima del Congresso ad oggi e che prevede, prima di allearsi con partiti nazionali, il rafforzamento dell’area territoriale. Una linea lontana dagli estremismi delle diverse coalizioni e che punta a costruire un progetto nostro, autonomista, di cui essere protagonisti. Un partito che si rispetti deve per forza stimolare il dibattito interno che rappresenta una ricchezza, ma se vuole essere autorevole e affidabile all’esterno deve esprimersi con una posizione unitaria. E chi aderisce a un partito organizzato sa che questa è la forza stessa del partito", concludono. 













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