l’allarme

I sindacati: “Restare in zona gialla non è servito a nulla, disoccupazione in crescita”

Per Cgil, Cisl e Uil la situazione è molto critica: “Temiamo che l’emergenza occupazionale in Trentino proseguirà anche nel corso del primo semestre di quest’anno. Nel turismo la situazione è drammatica e la Giunta ha messo in campo strumenti insufficienti”



TRENTO. “Restare zona gialla non è servito a nulla. Priorità all’emergenza sanitaria e al sostegno al reddito dei disoccupati”. Il grido di dolore arriva dai sindacati, che puntano il dito contro la giunta provinciale.

“Con un tasso di disoccupazione in crescita rispetto ad un anno fa e un calo dell’occupazione il quadro registrato dall’Istat in Trentino è tutt’altro che rassicurante – scrivono Cgil Cisl Uil – l’Istituto fotografa il mercato del lavoro provinciale relativamente all’ultimo trimestre del 2020 e all’intero anno. Guardando i dati emerge un aumento di circa un punto percentuale del tasso di disoccupazione tra dicembre 2019 e lo stesso mese del 2020: si passa dal 4,4 per cento al 5,4%. Sull’anno il dato medio raggiunge il 5,3 per cento, in crescita rispetto al 2019. A soffrire è soprattutto la componente maschile con un tasso di disoccupazione che cresce dal 3,7 al 5,3 per cento tra il quarto trimestre 2019 e quello del 2020. In crescita anche il tasso di inattività, cioè la percentuale di persone che non lavorano né cercano lavoro: in un anno è cresciuto dal 27,8 per cento al 28,9”. 
Per quanto riguarda l’occupazione il numero di persone che hanno un impiego cala a 236mila contro i 240mila del dicembre 2019; anche in questo caso è la componente maschile a segnare un ridimensionamento più accentuato da 132mila del 2019 a 128 del 2020, mentre sul fronte femminile si perdono mille occupate, da 108mila a 107mila.
“Gli ultimi dati Istat sono la conferma di una situazione difficile del nostro mercato del lavoro – ammettono i tre segretari provinciali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Va rilevato tra l’altro che i tentativi di restare zona gialla ad ogni costo non hanno prodotto alcun risultato significativo per l’occupazione in Trentino. Infatti nel quarto trimestre del 2020 i dati su disoccupazione, occupazione e inattività sono tutti in peggioramento e, anche nel confronto con Bolzano, tutti gli indicatori vedono comunque l’Alto Adige in condizione migliore del Trentino”.
Va detto che il confronto con la provincia di Bolzano testimonia come la pandemia colpisce ovunque in modo drammatico tanto che anche il tasso di disoccupazione altoatesino è in crescita di un punto percentuale nella media annua sebbene, attestandosi al 3,8 per cento, resta decisamente migliore di quello trentino.
“Abbiamo appreso con sollievo - dichiarano i segretari generali di Cgil Cisl Uil - della decisione del Governo di prorogare il blocco dei licenziamenti almeno fino al 30 giugno con il prossimo decreto Sostegni. Temiamo però che l’emergenza occupazionale in Trentino proseguirà anche nel corso del primo semestre di quest’anno, visto che la stagione turistica invernale non è mai iniziata mentre è rimandato sicuramente a dopo Pasqua l’avvio di quella sul Garda”. Per questo i sindacati guardano con grande preoccupazione a quanto sta già avvenendo nel comparto turistico e ricettivo con circa 17mila lavoratori stagionali rimasti a casa durante questi primi mesi dell’anno, ai quali potrebbero aggiungersi fino a 10mila posizioni lavorative in meno nel settore terziario sul Garda. “Nel turismo la situazione è drammatica e la Giunta provinciale, nonostante gli allarmi, ha messo in campo strumenti insufficienti per sostenere questi lavoratori. Ora non ci resta che attendere il Decreto Sostegni visto che la Giunta Fugatti finora è rimasta sostanzialmente ferma andando solo a rimorchio dello Stato, mentre Bolzano stanzia ben 500 milioni di euro per imprese e lavoratori prima della definizione dei ristori nazionali”.
E nel quadro di profonda incertezza determinato dal prolungarsi dell’emergenza sanitaria c’è il rischio concreto di un ulteriore peggioramento della situazione occupazionale. “Rischiamo un vero tracollo sociale se non agiamo in modo tempestivo per risolvere l’emergenza Covid-19 in atto con l’aumento costante dei contagi e dei ricoveri anche in Trentino. Solo riducendo l’impatto sanitario del virus sarà possibile contenere gli effetti della crisi sull’occupazione e rilanciare l’economia”.













Scuola & Ricerca

In primo piano