edilizia abitativa

Graduatorie Itea, restano i dieci anni di residenza: la Cassazione dà torto alla Provincia e solleva la questione di legittimità

Cgil, Cisl e Uil: «Nuova conferma del carattere discriminatorio del vincolo temporale imposto dalla prima giunta Fugatti»



TRENTO. “La rimozione del vincolo dei dieci anni di residenza per accedere alle graduatorie Itea per l'alloggio pubblico non si tocca. Almeno per il momento. La Corte di Cassazione, con una propria ordinanza interlocutoria, infatti, ha deciso di non accogliere il ricorso della Provincia contro la decisione del Tribunale di Trento, prima, e della Corte d'appello, poi, che imponevano di modificare il regolamento Itea rimuovendo il vincolo dei dieci anni”. Lo scrivono in una nota Cgil, Cisl e Uil. 

“La Cassazione non solo non disapplica quelle ordinanze, ma si spinge oltre sollevando la questione di legittimità costituzionale davanti alla Consulta. Sarà questa a decidere se quel vincolo voluto e deciso dalla prima giunta Fugatti viola l'articolo 3 della nostra Costituzionale, andando contro il principio di uguaglianza.

La Suprema Corte ha già giudicato incostituzionali leggi regionali con vincoli di almeno cinque anni come nel caso della Lombardia, della Liguria e delle Marche”.

"La Provincia paga la propria ostinazione. Il ricorso in Cassazione rischia infatti di trasformarsi in un boomerang", dicono i segretari di Cgil Cisl Uil, commentando l'ordinanza della Cassazione". Per Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti è la conferma che quella norma manifesto “aveva un carattere discriminatorio e che il vincolo di dieci anni è irragionevole”: "Forse Piazza Dante avrebbe potuto spendere meno risorse ed energie nella difesa di una norma chiaramente iniqua e concentrarsi, piuttosto, nell'affrontare il problema casa. La gestione Itea sotto il centrodestra si è distinta per l'incapacità di mettere sul mercato alloggi sia nuovi sia di risulta, restando sostanzialmente immobile di fronte ad un'emergenza abitativa che nel frattempo è esplosa. Non è facendo differenza tra cittadini di serie A e di serie B che si risolve il tema casa. Né è una soluzione legiferare contro la Costituzione. La nostra Autonomia dovrebbe continuare ad essere strumento per politiche migliorative che facciano da esempio positivo e non negativo per il resto del Paese".













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