lodrone - interrogazione di marini e degasperi 

Nuovo ponte sul Caffaro «È oggetto di scherno» 

LODRONE. La vicenda del nuovo ponte sul Caffaro, pagato con denari della Provincia di Trento a beneficio del Comune lombardo di Bagolino, finisce in Consiglio Provinciale a Trento. A portarcelo un'int...


di Stefano Marini


LODRONE. La vicenda del nuovo ponte sul Caffaro, pagato con denari della Provincia di Trento a beneficio del Comune lombardo di Bagolino, finisce in Consiglio Provinciale a Trento. A portarcelo un'interrogazione dei consiglieri provinciali Alex Marini e Filippo Degasperi che sottolineano le criticità di un'opera fin ora mai aperta per l'impossibilità da parte degli autoarticolati di immettersi su di esso durante alcune fasi di curvatura e che sarebbe ormai "oggetto di scherno" da parte della popolazione.

Nel loro atto del 20 dicembre scorso, Marini e Degasperi riguardo al nuovo ponte sul Caffaro scrivevano quanto segue: «A partire dal completamento dei lavori di costruzione l’opera è stata oggetto dello scherno della popolazione locale per il pressapochismo e la superficialità con cui sono state gestite le fasi di progettazione e realizzazione dei lavori e soprattutto per l’esito finale. La rotatoria, infatti, risulta fortemente asimmetrica e con raggi planimetrici molto ridotti (6,5 metri), i quali sono di gran lunga inferiori a quelli minimi riportati nella relazione tecnico descrittiva del progetto esecutivo (10 E R 1105), dove si dichiarava che il valore minimo dei raggi planimetrici non doveva essere inferiore a 12,50 metri. Per arrivare a una simile conclusione, peraltro, non serve essere dotati di conoscenze ingegneristiche avanzate. Basta infatti gettare lo sguardo sull’opera per rendersi conto che qualcosa non quadra. E questo è avvenuto, con la conseguenza di dare l’impressione alla gran parte dei cittadini che si tratti di un’opera concepita male e realizzata peggio. Di conseguenza sul web, sui social network e nei locali della valle del Chiese e della valle Sabbia si sprecano ormai le barzellette, le vignette e i video sulla vicenda. Tali manifestazioni di scherno spopolano ormai, suscitando ilarità diffusa ma anche sdegno per quello che appare come un immane sperpero di denaro pubblico a fronte di un’opera ancora incompiuta, inutilizzata e, per la gran parte dei cittadini, priva di senso».

Una analisi da cui i due interroganti prendono spunto per chiedere al presidente della Provincia Fugatti se, «non ritenga opportuno ridefinire i criteri per la destinazione delle risorse del Fondo Comuni Confinanti al fine di rafforzare il processo di analisi e valutazione preventiva della spesa delle amministrazioni periferiche che beneficiano di tali risorse».















Scuola & Ricerca

In primo piano