La “Madonna dei sentieri” è tornata a Bocca di Cablone 

La cerimonia. La statua della Vergine nei mesi scorsi era stata vandalizzata. Domenica istituzioni e alpini hanno festeggiato l’evento. Presente anche padre Marcello Cimarolli dal Perù


Aldo Pasquazzo


Bondone - valvestino. La statua della Vergine mesi fa era stata vergognosamente manomessa e mutilata in alcune sue parti. Gente senza scrupoli, il cui gesto aveva suscitato rabbia e tanto rincrescimento nei diversi paesi. Domenica la gente e le istituzioni di Baitoni e Bondone, con i “cugini” bresciani di Valvestino e Magasa ne hanno rimessa una nuova e più bella ancora. Ora la “Madonna dei Sentieri”, dislocata a Bocca di Cablone a quota 1754 metri tra Trentino e Lombardia, vigilerà su tutta la valle. Quella piccola altura si raggiunge via Alpo e Plagne oppure dal versante lombardo Denai di Magasa, prevede una passeggiata di 45 minuti o poco più. Poi una volta in quota sembra di essere a quattro passi dal cielo.

La statua della Vergine, benedetta nel 1998 e posta a ricordo del convalligiano missionario padre Faustino Cimarolli, ancora una volta ha non solo ricompattato la gente di più paesi, ma ha visto salire lassù più sacerdoti di Valvestino e Magasa, oltre a padre Marcello, confratello di Faustino, giunto per l'occasione dal Perù.

Il 22° anniversario

La cerimonia di fatto coincideva con il 22° anniversario della esposizione della statua.

«A Bondone – ricorda Fausto Cimarolli comandante dei vigili del fuoco di Baitoni e Bondone - la devozione verso la Madonna è cosa scontata tant'è che quelle de setember rappresenta non solo un momento di preghiera e devozione ma va ben oltre. A prendere parte a quella processione vengono in molti anche dal fondovalle e per il passato portare a spalla la Vergine nel corso di quella solenne processione di fine estate comportava ai giovani dei costi ».

Al cerimoniale c’erano il sindaco Gianni Cimarolli, il suo vice Giacomo Valerio e l’assessora Chiara Cimarolli oltre all’intero gruppo alpini. Sulla piattaforma consacrata, a concelebrare missionari e preti, tra cui padre Marcello arrivato dal Perù e che del compianto don Faustino ne ha comunque ereditato le mansioni.

«La religiosità e l’attaccamento alle tradizioni da parte nostra è un dato scontato e anche ieri eravamo in massa» avverte il capo gruppo delle penne nere di Bondone, Sergio Valerio.

Festa del Carbonaio

Tra una settimana Bondone accoglierà ancora tanta gente quando all’Alpo si terrà la Festa del Carbonaio dove all’imbocco dell’abitato c’è pure un monumento che rievoca quel mestiere finito forzatamente in disuso. Domenica prossima nei pressi di malga e chiesetta ci saranno anche i “pùjat”, dove sarà possibile assistere dal vivo ad attività ormai scomparse, quando l’economia locale era basta sul carbone. Erano i tempi di don Mansueto Bolognani (anni 50 - 60) quando il prete della valle dei Laghi era il curato dei due paesi. Al volante del suo Maggiolone in estate don Mansueto visitava e portava conforto ai suoi parrocchiani che in quota sudavano facendo carbone, mentre i figli erano accasati in paese alla Casa delle Acli, dove la popolare maestra Gina Omicini (ancora in vita) faceva a tutti da “mamma”.

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