L’epidemia non ferma la benedizione degli animali

Valle del chiese. Anche la ricorrenza di Sant’Antonio Abate, causa la pandemia, è stavolta destinata a subire un ridimensionamento, tant’è che tra domani e domenica prossima non sono previsti pranzi...


Aldo Pasquazzo


Valle del chiese. Anche la ricorrenza di Sant’Antonio Abate, causa la pandemia, è stavolta destinata a subire un ridimensionamento, tant’è che tra domani e domenica prossima non sono previsti pranzi caserecci ma solo visite a stalle e benedizione agli animali. Ad annunciarlo è lo stesso reverendo arciprete don Vincenzo Lupoli, responsabile delle Unità pastorali Sacra Famiglia e Madonna delle Grazie le cui giurisdizioni comprendono parrocchie e campanili compresi tra Pieve di Bono e Valdaone e il circondario di Borgo Chiese.

«Nella mattinata di sabato – parole sue - sarà la volta di Borgo Chiese mentre nel pomeriggio successivo (domenica) toccherà a Pieve di Bono–Prezzo e Valdaone ».

Mentre in quest’ultimo circondario il riferimento sarà rappresentato da Mauro Maestri e dalla moglie Michela Salvaterra, originaria di Tione ma abitante a Por, a Borgo Chiese invece toccherà a Luca Radoani e alla moglie Alessia Fantoma, che nella zona del Lavino allevano bestie, lavorano latte e producono formaggelle.

Per il passato, in occasione della ricorrenza del patrono degli animali i tenutari di stalle o piccole aziende si ritrovavano alle 13 a Lavino e Mon, dove i Radoani e donna Daniela Maccarinelli gestiscono le rispettive aziende. In quella circostanza ognuno diceva la sua su come stava andando la situazione e in quella occasione le signorea proponevano un pranzo casereccio con prodotti della casa. Sempre in quello stesso circondario la realtà zootecnica più consistente è sicuramente rappresentata da Riccardo Pizzini, che di animali ne ha oltre un centinaio .

Il giorno successivo, domenica pomeriggio, don Vincenzo traslocherà a Pieve di Bono e Valdaone dove a fare gli onori di casa sarà Mauro Maestri, che di professione conduce autobus di linea ma nel tempo libero nella sua casa di Por assieme alla sua compagna Michela alleva giovani bovini. «Anni fa lavoravo nell’azienda di famiglia (Augusto Maestri Giana, che era il nonno, ndr), poi sono passato a Trentino Trasporti portandomi dietro però la passione per gli animali. A Por ho preso casa dove appena al di la del portone principale ci sono stalle, come era l’usanza contadina di una volta, ed è in quel circondario che riesco ad essere me stesso. Poi a seconda delle turnazioni lavorative ad arrangiarsi è comunque sempre Michela, che pur accudisce un figlio di due anni».

Dalle stesse parti di Por c'è pure una famiglia bresciana che alleva una cinquantina di capre e produce formaggelle della casa. È una specie di Agritur, denominato La Meta, dove si può soggiornare e consumare piatti della casa. «Siamo originari di Villa Carcina, siamo qui da cinque anni e da febbraio e novembre io e mio marito facciamo formaggi», dice Marina. Ma sempre sul versante pievano c’è un’altro Maestri (Angelo) che ha le stesse idee e disposizioni dell'omonimo e amico Mauro. «Alla ricorrenza di domenica - avverte - assieme a noi ci saranno presso altre stalle altri dieci tenutari di animali ad accogliere don Vincenzo per la consueta benedizione».













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