storo - programma dimezzato 

Il maltempo guasta la sfilata dei “Batedur”

STORO. “Batedur de bore” e confratelli con il caratteristico mantello rosso, ci avevano sperato fino all'ultimo ma alla fine si sono dovuti arrendere, cambiando “in corsa” impostazione e programma....



STORO. “Batedur de bore” e confratelli con il caratteristico mantello rosso, ci avevano sperato fino all'ultimo ma alla fine si sono dovuti arrendere, cambiando “in corsa” impostazione e programma. Causa il maltempo, dunque, la Via Crucis vivente della sera del venerdì santo a Storo è stata riproposta ridimensionata e senza figuranti ma all'interno della chiesa.

«È anche ben vero che a stazioni e luminarie avevamo rinunciato diverse ore prima quando MeteoTrentino dava per scontato che in serata l'incertezza del tempo sarebbe perdurato ancora», spiegano i coniugi Davide e Mariella Gelmini che assieme al docente professor Gianni Zontini sono considerati da sempre i referenti del rito.

La cattedrale di San Floriano, che ha supplito all'inconveniente, era comunque strapiena: all’interno primeggiava la statua della Vergine e la storica croce posizionate appena al di là delle balaustre. Dentro il presbiterio a gestire la Passione il reverendo arciprete decano don Andrea Fava attorniato da chierichetti e addetti alle sacre letture. Fuori sul sagrato i “ batedur de bore” hanno sfidato il maltempo e avvolti nella loro mantella scura si sono ugualmente esibiti, scandendo il tempo in modo ritmico battendo con un martello di legno li lungo tronco sonoro. Ad accompagnare il rito, con i ripetuti canti Santa Madre, la corale dell'Unità pastorale Madonna dell'Aiuto diretta dal maestro Camillo Berardi.

«Noi - raccontano i coniugi Mario Pintarelli e Silvia Spada con casa in zona Druso a Bolzano - di questa ricorrenza ne avevamo sentito parlare attraverso i mezzi di informazione. Allora siamo scesi dall'Alto Adige, ma per il maltempo ci siamo dovuti accontentare di assistere al rito in maniera ridotta che è ugualmente piaciuto anche se sarebbe utile che gli organizzatori dedicassero un sito coperto e ben apprezzato per non rovinare questo importante evento». (a.p.)















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