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Don Lupoli arriva a Pieve di Bono 

Domenica subentrerà a padre Uberti alla guida della parrocchia


di Aldo Pasquazzo


VALLE DEL CHIESE. Tra meno di una settimana (domenica prossimo alle 16) a Pieve di Bono padre Artemio Uberti lascerà la gestione parrocchiale dell'Unità pastorale Madonna delle Grazie. Gli succederà don Vicenzo Lupoli già arciprete di Condino che oltre alla Unità pastorale Sacra Famiglia dovrà a sua volta sobbarcarsi ben dieci parrocchie più la curazia di Por per quasi 5mila fedeli. Un unico cambio della guardia al quale dovrebbe esserci anche l’arciprete di Tione don Ferdinando Murari.

Come supporti - collaboratori don Vincenzo continuerà ad avvalersi di don Michele Canestrini (al momento accasato a Cimego) nonché da lunedì anche di don Giuseppe Caldera, 75enne che abiterà a Creto nella casa canonica ora occupata da padre Uberti. Don Caldera, originario di Santa Croce nel Bleggio, era fino a qualche tempo fa direttore del Centro Missionario di Trento.

Padre Uberti, originario del rione San Paolo di Brescia, era approdato all'arcipretale di Santa Giustina il 4 ottobre del 2004 e proveniva dal Cile dove era stato missionario. «Mi erano state affidate – racconta l’arciprete - mi erano state affidate ben sei parrocchie e una curazia. Ora, a 75 anni compiuti, sono stato indicato come padre spirituale al Pontificio Colleggio di San Pietro a cui fa anche parte la Propaganda Fide. In quell'ambito sarò quotidianamente a contatto con 140 giovani seminaristi provenienti da Asia e Africa».

Don Lupoli, che tra qualche mese prenderà possesso della rinnovata casa canonica adiacente la Pieve di Santa Maria, fa intendere che tra qualche anno la sua attuale sede potrebbe essere la sola operante nell'ambito dell'intero decanato. Tradotto in altre parole significa che da Pieve di Bono, Valdaone, Borgo Chiese e Storo ci sarà un solo prete a Condino e qualche collaboratore mobile.

Negli anni 60 Storo era considerata una autentica fucina di vocazioni. In seminario - per gli amanti di statistiche - c’era allora come direttore il concittadino monsignor Salvatore Scalvini la cui salma riposa oramai da anni a Besozzo nel varesotto. Assieme all'arciprete dell'epoca, don Vigilio Flabbi, avevano incamminato in seminario un elevato numero di giovani di cui buona parte dei quali erano poi stati consacrati. Ora quel fortunato ciclo si è di fatto esaurito e le vocazioni negli ultimi vent'anni sono ferme a padre Eliseo Grassi, don Giuseppe Mezzi e al missionario Costantino Malcotti.

A Condino come arciprete decano (anni 50) dopo don Luigi Pisoni era arrivato don Modesto Lunelli originario di Calavino. Era considerato un prete a “cinque stelle” tant'è che una volta andato via da Condino era approdato nei piani alti di piazza Fiera a Trento a gestire la cassaforte della curia. A Condino don Lunelli aveva avuto come cappellani i compianti don Alessandro Tasin prima, don Carmelo Francesconi poi e per ultimo don Italo Baldo.













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