Darzo, assalto “esplosivo” al bancomat 

Quattro malviventi, alle quattro di ieri mattina, hanno colpito alla Cassa Rurale Valsabbia. Ma sono scappati a mani vuote


di Aldo Pasquazzo


DARZO. Molti più danni che euro (non manca nemmeno una banconota) nell’assalto notturno - verso le quattro di ieri - con esplosivo al bancomat della sede di Darzo della Cassa Rurale Valsabbia, Giudicarie e Paganella. Quattro malviventi, forse “professionisti” del settore, utilizzando esplosivo, hanno per prima fatto saltare l’anticamera e l’ingresso dell'istituto creditizio. Quindi hanno tentato di forzare lo sportello del bancomat. Che invece ha resistito. Facendo scappare i malviventi a mani vuote. E, pare di capire, anche con qualche escoriazione. I carabinieri di Storo e della Compagnia di Riva del Garda sono al lavoro per dare un nome e un volto agli ignoti. Anche per capire che tipo di esplosivo è stato usato nell’assalto. Un anno fa lo stesso bancomat era già stato oggetto di interesse dei ladri, ma allora il cavo di acciaio usato per strappare la struttura si era spezzato miseramente.

L'azione, comunque, è stata eseguita da gente che in circostanze come queste ci sa fare. Probabilmente hanno effettuato una serie di ricognizioni sul posto, ripassando tutte le possibili vie di fuga. Avevano pianificato tempi e modi come coloro che negli anni 60 avevano agito in via Osoppo a Milano. In quell'occasione a scovarli e individuarli ci aveva pensato il commissario Mario Nardone che in poche ore aveva assicurato i cinque della banda alla giustizia. A differenza loro i ladri di Darzo hanno lasciato tracce e resti peraltro visibili sotto gli occhi di tutti lungo la vicina statale 237 del Caffaro. Per una quindicina di metri pezzi di plastica e guarnizioni sono stati rinvenuti dagli inquirenti.

Una grossa mano per le indagini potrebbero arrivare dalle telecamere a circuito chiuso dell’istituto di credito. Come pure potrebbero arrivare da quella postazione dislocata in prossimità del confine tra Trentino e Lombardia da dove, con molta probabilità, sono arrivati e ripartiti gli “artisti del crimine”. Poi a nord altre immagini potrebbero essere state impresse prima a Pieve di Bono e poi a Breguzzo. Dentro quelle sequenze carabinieri e corpo di polizia locale del Chiese stanno cercando una risposta. Ad affiancare la loro azione anche il nucleo investigativo di Trento. Che, sulla base dei riscontri, potrebbero trovare precedenti simili all’azione notturna di Darzo.













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