Condino, demolita la casa delle bibite del “Neni” 

Abbattuto in contrada Villa l’edificio costruito 100 anni fa da Cassiano Pellizzari che fino al ’75 vi produsse gassosa, cedrata e aranciata apprezzate in valle e fuori


di Aldo Pasquazzo


BORGO CHIESE. C’era stato un tempo nel quale in centro a Condino, ora frazione del Comune di Borgo Chiese, si producevano gassosa, cedrata e aranciata. Prodotti che portavano una etichetta gialla con scritte rossacon il marchio “F.lli Pellizzari - Condino”. Venivano prodotte in un edificio di prooprietà di Cassiano Pellizzari (padre dell'omonimo figlio, ora ragioniere in pensione) che l'aveva fatto costruire poco meno di 100 anni fa. Da allora, e per oltre mezzo secolo, anche gli altri figli Adriano, Arturo e Giovanni (ora tutti deceduti) fino al 1975 avevano continuato con lo stesso spirito del fondatore e con la stessa qualità, la produzione appunto di bibite.

Ebbene, qualche giorno fa la costruzione è stata demolita a colpi di ruspa. La stessa sorte, in accordo con il Comune, in ottica di riassetto e abbellimento del centro storico nei pressi di Palazzo Belli, era toccata, in precedenza, alle adiacenti vecchie carceri e alla casa consultorio per bambini, la cui ultima referente era stata Augusta Sartori.

Quindi, anche quest'altra costruzione per la produzione artigianale di bibite, non sarà più parte integrante della contrada della “Villa” di Condino.

Non era particolarmente bella artisticamente ma rappresentava pur sempre un pezzo di storia condinese. Tante le generazioni, non solo di Condino, che erano solite far uso delle bevande dei “Neni”, soprannome della famiglia Pellizzari che gestiva l’antico Albergo Corona.

Cassiano Pellizzari, marito di Clara Tarolli, il mestiere l'aveva imparato quando, sfollato con la famiglia a Casale Monferrato in provincia di Alessandria, durante la Prima Guerra Mondiale, aveva lavorato come garzone proprio in un laboratorio di bibite. Terminata la guerra Cassiano tornò a Condino e decise di abbinare allo storico mestiere di albergatore, quello “nuovo” di produzione di bevande gassate. Accanto al campo di bocce, situato a nord del suo albergo, fece costruire ai maestri muratori Riccardo Rosa e Flaminio Poletti un edificio dove poter produrre aranciata, cedrata e gassosa. Allora quelle bevande venivano imbottigliate e conservate, non in contenitori di plastica, bensì in bottigliette di vetro satinato a buccia di limone. Non c’era festa o manifestazione in tutta la Valle del Chiese, ma anche nelle valli limitrofe, nelle quali quelle bibite non fossero piacevolmente consumate.













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