FUNIVIE

«Un impianto inutile per noi fassani» 

Passo Fedaia, dopo il no del Tar alla proposta di Vascellari interviene l’imprenditore Soraruf: «Solo a loro vantaggio»


di Valentina Redolfi


PASSO FEDAIA. La decisione del Tar di Trento sull’impianto che Mario Vascellari vorrebbe costruire da Sas de Mul fino a Punta Serauta non ha grande rilevanza per la Val di Fassa. Sì, l’impianto dovrebbe essere costruito sul territorio del Comune di Canazei, ma di per sé l’impianto non avrebbe ricadute sul turismo fassano e anche per la Val Pettorina. L’imprenditore del Fedaia Aurelio Soraruf spiega nel dettaglio e fa un discorso ampio e complesso che alla fine si potrebbe riassumere così: alla parte veneta vanno bene i nuovi impianti in Marmolada, ma solo se sono a loro favore.

«Siamo alle solite – dice Soraruf – nuovamente ci troviamo di fronte a un problema che è lo stesso da cinquant’anni con l’impiantista Vascellari che ha le funivie che arrivano sulla cresta a pochi metri da Punta Rocca e che condizionano tutta l’area della Marmolada e della Val Pettorina ferma da anni per colpa di un singolo che tiene anche in scacco il Comune di Rocca Pietore. In realtà l’impianto Sas de Mul fino a Punta Serauta, anche se è del tutto sul Comune di Canazei, serve solo al privato impiantista che vuole cercare di creare un giro in quota perché con la funivia attuale si ritrova con una sola pista che dai 3.000 metri arriva a Malga Ciapela. Non è un impianto pensato per migliorare le condizioni economiche generali o gli ambienti (ristoranti, pizzerie e rifugi) della Val Pettorina, ma solo per creare un giro in quota a favore dei clienti della linea Malga Ciapela-Punta Rocca».

Per gli impianti in Marmolada il versante veneto non vede altre idee che quelle di Vascellari e c’è un rifiuto per un cambiamento di prospettiva. L’ultimo esempio è la critica è di poco tempo fa al progetto di collegare Fedaia con il Sellaronda con l’impianto da Padon al Fedaia, idea pensata e voluta dai sindaci di Canazei e Livinallongo Silvano Parmesani e Leandro Grones. E la situazione diventa ancora più delicata se si pensa che di fronte all’impianto Sas de Mul-Punta Serauta anche la Fondazione Dolomiti Unesco non interviene nonostante tale impianto se si trovi nella “core zone” Unesco, come l’ipotesi di impianto tanto criticata da Fedaia a Sas Bianch o Punta Rocca che vorrebbero le amministrazioni trentine.

Il no del Tar all’impianto in Marmolada dunque è un ennesimo “no” a un progetto di sviluppo sul versante Trentino, ma che non cambia di fatto nulla sulla situazione dell’intera zona.

L’impianto Sas de Mul-Punta Serauta sarebbe anche inserito nel piano Marmolada approvato nel 2015 e condiviso dal Comune di Canazei e tutti i sindaci della valle, dal consigliere Detomas e dal Comun general de Fascia, ma per il momento è ancora tutto fermo anche perché si sarebbe in attesa di una sottoscrizione del progetto da parte veneta con il Comune di Rocca Pietore interpellato in realtà solamente perché zona di confine.













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