Tesero. Giovedì sera nella sua casa di via Arestiezza a Tesero, confortato e assistito dalla moglie Carla e dai tre figli Stefano, Valentino e Francesco si è spento serenamente all’età di 86 anni l’ex maresciallo della stradale Antonio Proietti. Non ci sono evidenze che facciano sospettare che il decesso sia stato causato dal Covid 19, tuttavia su richiesta dei familiari sulla salma è stato effettuato il tampone.

Proietti era un personaggio molto conosciuto e apprezzato in tutta la valle di Fiemme, dove aveva incominciato a lavorare nella Polizia stradale negli anni Sessanta. È stato proprio il maresciallo Proietti insieme ad altri colleghi che è riuscito ad aprire a Cavalese la prima caserma della Polizia stradale.

Sono stati sicuramente difficili gli anni, come ha ricordato il figlio Valentino, in cui suo padre è stato costretto ad operare, ma sempre senza mai risparmiarsi. Come membro della Polizia di Stato Antonio Proietti ha vissuto in prima persona il sequestro e l’uccisione di Aldo Moro, quando lavorava nella capitale. È stato tra gli agenti intervenuti anche nel disastro del Vajont e uno fra i primi ad arrivare sul posto in valle di Fiemme dopo il disastro del primo incidente funiviario del Cermis, il 9 marzo del 1976. Prima ancora aveva vissuto in prima linea il periodo difficile e molto movimentato dell’alluvione del 1966.

Negli anni Ottanta, quando Antonio Proietti si è congedato dalla Polizia, insieme alla moglie e ai figli si è dedicato con particolare impegno e passione alla gestione dell’edicola di tabacchi e giornali sulla centralissima via Bronzetti a Cavalese. Un impegno durato ben 25 anni.

Considerata la necessità di misure precauzionali, Proietti sarà sepolto nel cimitero di San Leonardo a Tesero dopo una breve cerimonia alla quale parteciperanno solo i famigliari.