Sciogliersi o rifondarsi la Ual è al bivio decisivo 

Domani a Pozza la “Gran Radunanza” in vista delle elezioni provinciali d’autunno Chiocchetti: missione esaurita, ora la svolta. Candidato unico, Donei possibilista


di Gilberto Bonani


VALLE DI FASSA. L’Unione Autonomista Ladina a un bivio: fine di una esperienza, partito da rifondare o dialogare con altre liste in previsione del voto provinciale d’autunno? Scelta non facile a cui sono chiamati iscritti e simpatizzanti domani pomeriggio alle 17.30 nella sala comunale di Pozza di Fassa. «In effetti l’Union Autonomista Ladina è davanti a una scelta decisiva o comunque ha la necessità di una svolta - afferma Fabio Chiocchetti, figura di spicco della realtà ladina di Fassa - l’alternativa è compiere un “salto di qualità”, cambiando radicalmente natura, o decidere lo scioglimento. E in entrambi i casi, lo farà non perché ha perso una competizione elettorale, ma perché ha esaurito la sua “missione”, avendo raggiunto pressoché tutti gli obiettivi per i quali era stata costituita».

Nata nel lontano 1982 per un’intuizione di Danilo Dezulian, la Ual è riuscita in un’impresa quasi impossibile: raggruppare gran parte degli elettori fassani su un punto programmatico essenziale, il pieno riconoscimento dei ladini come minoranza linguistica. Un’accorta politica di alleanze tattiche ha consentito alla piccola comunità fassana di avere “propri” rappresentanti nelle istituzioni provinciali, regionali e nazionali, e di avviare in questo modo quel lungo processo di innovazione giuridico-normativa destinato a parificare i diritti dei ladini di Fassa a quelli già riconosciuti nella provincia di Bolzano.

«Già allora - continua Chiocchetti - si diceva che, raggiunti questi obiettivi un “partito di raccolta” poteva venir meno; la gestione dell’autonomia avrebbe potuto dividersi per linee programmatiche diverse. Solo che, nella nostra visionaria ingenuità, si riteneva che formazioni politiche alternative sarebbero comunque scaturite dal ceppo originario dell’autonomismo identitario. Non si immaginava che l’alternativa avrebbe preso corpo tra coloro che nei decenni scorsi hanno sempre osteggiato e combattuto il movimento ladino, militando più o meno apertamente nei partiti nazionali, di dichiarata ispirazione centralista. Così è accaduto con “Associazione Fassa”, affiliata fin dall’inizio con i partiti della destra italiana. I fassani dovranno quindi pensare bene a chi affidare, il prossimo 21 ottobre, l’incarico di rappresentarli: la posta in gioco è il Bene Comune».

Cristina Donei, ex procuradora, è possibilista su un candidato unico per evitare a una piccola valle di arrivare frammentata (due o più liste?) alle elezioni autunnali ma con alcuni paletti. «Potrebbe avere senso ciò che Luca Guglielmi esprime nel suo comunicato e cioè trovare a livello di valle un candidato unico, ma non certo imposto dall’Associazione Fassa e con uno schieramento di centro destra già deciso. La nostra realtà è troppo piccola per rincorrere le spartizioni politiche - conclude Donei - cerchiamo di agire “local”, impariamo dai nostri avi al rispetto e alla responsabilità per il nostro territorio mettendo da parte personalismi, non certo rincorrendo contesti più grandi dove la nostra realtà verrebbe soffocata».

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