«Legge Gilmozzi, con la deroga  20 anni indietro» 

Val di fassa. La Neva Union Autonomista Ladina interviene sulla Legge Gilmozzi sulle seconde case e invita i Comuni di Fassa a fare altrettanto.“L’emendamento a questa legge approvato all’inizio di...



Val di fassa. La Neva Union Autonomista Ladina interviene sulla Legge Gilmozzi sulle seconde case e invita i Comuni di Fassa a fare altrettanto.

“L’emendamento a questa legge approvato all’inizio di agosto dal consiglio provinciale, - scrivono i componenti del consiglio della Neva Ual - prevede la possibilità di chiedere il passaggio da residenza ordinaria a residenza per tempo libero e vacanze senza, però, l’eventualità di un nuovo consumo di suolo o nuova costruzione. Tuttavia, riguardo al cambio di destinazione d’uso da residenza ordinaria a casa vacanze, è la giunta provinciale a deliberare la misura in cui ciò potrà essere effettuato. Questo significa che i Comuni sono costretti a pianificare quante case ordinarie potranno trasformarsi in case vacanze. L’emendamento alla Legge Gilmozzi, pertanto, interferisce col livello di pianificazione di competenza del Comune, che è costituzionalmente garantito in base al principio di equiordinamentalità degli enti pubblici”.

In merito al cambio di destinazione d’uso da non residenziale a residenziale, ricorda la Ual, la Legge Gilmozzi prevedeva che ameno il 50% di ciò che sarebbe stato convertito in residenziale fosse destinato a casa ordinaria e al massimo l’altro 50% a casa vacanze. Era possibile che i Comuni riducessero tale destinazione. “Ebbene, i Comuni della Val di Fassa hanno tutti portato a zero tale possibilità. Ora essi sono costretti a ri-pianificare. Questo comporta un enorme rischio per tutto il settore turistico alberghiero. Nell’emendamento sono presenti anche delle condizioni specifiche che possono essere precisate ed interpretate, ma il principio di fondo della deroga non potrà essere modificato. Questo significa sottrarre ai giovani ed alle famiglie la possibilità di accedere ad un mercato riservato della casa.

Entro il 20 dicembre, i Comuni avevano la possibilità di svincolarsi dalla deroga sulla Legge Gilmozzi, in modo da poter scongiurare - aggiunge la Ual - l’entrata in vigore della disposizione così come modificata nell’estate del 2020, “la quale va a detrimento dell’intero settore che promuove il turismo di qualità. L’introduzione della nuova norma in questione farà arretrare l’intero comparto turistico di almeno vent’anni. Per questo, è indispensabile tenere conto del fatto che il perfezionamento della capacità ricettiva sta nella qualità, e non nella quantità. La strada su cui dirigersi è quella del turismo green, della qualità dell’aria, dei servizi e degli alloggi, e non quella dell’aumento sconsiderato dei posti letto, già smisurato, con la conseguente svalutazione del mercato turistico, l’aumento del traffico e dei disservizi per ospiti e residenti”.

Visto l’imminente termine per statuire sulla deroga, la Neva Ual esorta i Comuni della Val di Fassa ad impegnarsi per bloccare gli effetti immediati dell’emendamento, deliberando la sua non applicazione. “È indispensabile tentare in ogni modo di contenere gli effetti negativi del depotenziamento della Legge Gilmozzi, per scongiurare l’apertura di una profonda frattura nella valorizzazione del paesaggio e nella popolazione residente originaria che lo abita”. V.R.













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