cavalese, sabato l’assemblea 

«Il Gruppo ci darà solo vantaggi» 

Rurale Fiemme: il presidente Misconel spiega la modifica statutaria



CAVALESE. Con l’approvazione della legge n° 49 dell’8 aprile 2016 lo Stato ha imposto a tutte le Casse Rurali l’obbligo di aderire ad un gruppo bancario cooperativo a livello nazionale. Questa è diventata in sostanza una condizione indispensabile per il mantenimento addirittura della stessa licenza di continuare a fare banca. E così anche la Cassa Rurale di Fiemme ha dovuto adeguarsi e ha e aderito al Gruppo Bancario Cassa centrale Banca. Il percorso è stato avviato da tempo, ma ora è necessario provvedere a modificare lo Statuto. In questi giorni si sono organizzando le preassemblee con i soci in vista dell’importante appuntamento dell’assemblea generale straordinaria fissata per sabato prossimo 24 novembre alle 14.30 al Palafiemme, nel corso della quale i soci sono chiamati a modificare lo statuto. Ma che vantaggio hanno ora i soci con l’adesione al nuovo Gruppo bancario? Lo abbiamo chiesto allo stesso presidente della Cassa rurale di Fiemme Marco Misconel. «Noi siamo convinti che l’adesione a questo gruppo bancario - afferma - rappresenti oltre che un obbligo anche un’opportunità in termini di solidità economica ed efficienza. All’interno di questo gruppo noi possiamo infatti rafforzare la nostra Cassa rurale rendendola più competitiva e moderna. Senza contare in futuro potremo avvalerci del supporto operativo di Cassa centrale Banca, che con la sua struttura organizzativa efficiente potrà fungere da intermediaria con i mercati e con la Bce, rispondendo tra l’altro a quanto richiesto dalle istituzioni nazionali ed europee».

Non si poteva continuare a lavorare come prima limitando le proprie ambizioni e le proprie mire nell’ambito valligiano?

«L’attuale quadro normativo e soprattutto i mercati rendono pressoché impossibile fare banca di prossimità e mutualistica in solitudine, sia per i costi della regolamentazione sempre più gravosi per le piccole banche, sia per la necessità di prestare garanzie patrimoniali adeguate e diversificate. Va comunque sottolineato che il nostro patrimonio, costituito da riserve indivisibili e accumulato in più di un secolo, rimarrà nella disponibilità della nostra Cassa».

Le perplessità di molti soci però riguardano anche la paura di perdere l’autonomia gestionale.

«Questo per fortuna non avverrà: le Casse rurali potranno continuare a nominare i loro amministratori, che però dovranno possedere un bagaglio di preparazione e di competenze adeguate alle dimensioni della Cassa. L’altra cosa importante è che il controllo della maggioranza del capitale della Capogruppo rimarrà per legge nelle mani delle Casse rurali che ad oggi detengono il 90% del capitale».













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