«Dimostra il pessimo stato dei rapporti tra Trentino e Veneto»

ROCCA PIETORE. La sentenza del Tar trentino che dice ancora una volta no all’impianto di risalita Sass del Mul - Serauta dimostra solo una cosa: lo stato pessimo dei rapporti tra Trentino e Veneto a...



ROCCA PIETORE. La sentenza del Tar trentino che dice ancora una volta no all’impianto di risalita Sass del Mul - Serauta dimostra solo una cosa: lo stato pessimo dei rapporti tra Trentino e Veneto a cavallo del Fedaia. È questo il commento amaro del sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin, dopo la bocciatura da parte del Tar trentino del ricorso presentato dalla società Funivie Marmolada e, ad adiuvandum, dal Comune.

«Noi siamo intervenuti al Tar a sostegno della causa aperta dalla società Funivie Marmolada», spiega De Bernardin, «che ha ravvisato un danno economico dalla bocciatura dell’impianto avvenuta ancora tempo fa, danno causato dalla perdita di un contributo della Regione Veneto di 3 milioni di euro. Un contributo che avrebbe permesso di realizzare un impianto poco impattante, lo posso confermare personalmente. Un impianto che non sarebbe stato un nuovo collegamento con Arabba, ma che avrebbe sfruttato il collegamento con il Padon, dando modo agli sciatori della Marmolada, soprattutto in autunno e primavera, di allungare la stagione andando a sciare in alto. Un impianto che andava a sostituire i vecchi skilift ad ancora tipici degli anni Settanta e Ottanta che permettevano allo sciatore di stare nella parte alta del ghiacciaio. Ora per risalire fino in cima bisogna per forza di cose scendere fino a Malga Ciapela. Un impianto dunque secondo noi importante per l’impatto economico sul territorio, tanto che abbiamo deciso di supportare la società nel ricorso».

Il ricorso è stato però rigettato sulla base della mancanza di un accordo di programma tra Trentino e Veneto sull’assetto complessivo degli impianti sciistici dell’area. E per De Bernardin la fotografia è chiara: «Si capisce bene qual è il clima sulla Marmolada, si capisce bene quali siano i rapporti tra Veneto e Trentino e si capisce bene le finalità della Provincia di Trento, che si ostina anche a non voler investire nemmeno un euro sulla strada del Fedaia. In questo inverno la strada del passo è rimasta per molti giorni chiusa, e per noi sul lato bellunese è un grosso danno, anche perché si sta instaurando sempre più nel turista l’idea che il passo del Fedaia sia un tratto problematico, addirittura in estate. Le chiusure invernali, insomma, danneggiano anche la stagione estiva. La sentenza del Tar dunque dimostra i reali rapporti tra le due parti, che sono pessimi». (s.d.b.)













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