agricoltura

Ciliegie e piccoli frutti, contro la drosophila la speranza è una vespa dell’Estremo Oriente

Si attende il via libera del ministero: alla Fem gli allevamenti per essere pronti ad utilizzarla


Carlo Bridi


TRENTO.  La Drosophila suzukii è ancora un emergenza per i piccoli frutti e per le ciliegie in Trentino. Da quest’anno se il Ministero dell’Ambiente darà l’ok in tempo al dossier di valutazione del rischio del Ganaspis brasilensis, il parassoide importato lo scorso anno dalla Svizzera in grado di contrastare il moscerino asiatico dei piccoli frutti, sarà lanciato in tutte le zone a maggior produzione di questi frutti.

Intanto nelle camere quarantena allestite presso la FEM si sta procedendo con l’allevamento e la moltiplicazione di questo piccolo imenottero originario anch’esso dell’Estremo Oriente come la drosophila suzuki. Si tratta di una piccola vespina innocua per l’uomo, che dovrebbe affiancare un altro parassitoide asiatico, Leputopilina japonica, ritrovato in Trentino nel 2019.

Sono questi alcuni dei dati emersi nella giornata tecnica dei piccoli frutti organizzata dal CTT di FEM online e che ha visto la presenza di 100 operatori del settore e tecnici.

In apertura dell’incontro il direttore generale di FEM Mario Del Grosso Destreri ha evidenziato il grande impegno della fondazione nella lotta alle emergenze fitosanitarie cominciando dalla Drosophila  alla cimice asiatica per arrivare all’ultimo esploso, l’antonomo che negli ultimi anni ha attaccato pesantemente i frutti delle fragole con grossi danni sulla produzione. “E’ una battaglia molto dura, ma grazie alle competenze che abbiamo sviluppato in FEM, e grazie al forte raccordo con altri enti di ricerca a livello nazionale e internazionale, e al supporto della Provincia di Trento, siamo convinti di essere sulla giusta strada per dare riposte concrete al mondo agricolo”, ha concluso il direttore.

Coordinatore dell’incontro Tommaso Pantezzi che a margine della giornata ha sottolineato come la lotta contro la drosophila suzukii sia ancora lunga e articolata e che senza dubbio il migliore sistema di difesa è la rete antinsetto. “Buoni risultati - ha detto – si ottengono anche con le trappole a base di aceto e zucchero, ma un buon contributo per abbattere gli attacchi potrà venire dagli antagonisti una volte che potremo iniziare il lancio”.

Tutte le attività di ricerca della FEM si svolgono alla sede staccata per i piccoli frutti di Vigalzano, dove sono stare realizzate tutte le strutture necessarie come le serre per le prove sperimentali, i tunnel e le collezioni varietali sia in suolo che fuori suolo. Marco Valerio Rossi Stacconi del Centro di Ricerca e Innovazione di FEM ha presentato nell’ambito del progetto SWAT, il dossier relativo alla valutazione del rischio correlato al rilascio del parassitoide G. brasilensis presentato alla Provincia a febbraio e che ora è nella fase di intesa con le altre regioni interessate per presentare un’unica domanda al competente Ministero.

Sono stati presentati anche i dati sul livello di popolazione e infezioni da Drosophila suzukii nel 2020, su ciliegio, piccoli frutti e fragole che possono essere considerati nella media – alta intensità.

Ma, come abbiamo accennato, da qualche anno una nuova: preoccupazione è emersa per i coltivatori di fragole fuori suolo il diverso comportamento dell’antonomo, un grande insetto nero che fino a qualche anno fa si limitava a deporre le uova nei fiori delle fragole, ma che da qualche anno è diventato molto aggressivo sui frutti al punto di danneggiare oltre il 30% della produzione. Anche in questo campo i ricercatori FEM stanno sperimentando tutta una serie di trappole a feromone e a colori: la difesa chimica possibile con un principio attivo è stata vietata all’inizio della scorsa stagione, mentre risultati sperimentali positivi arrivano dalle trappole a feromone.













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