l’incontro

Carcere di Trento, la Garante dei detenuti dalla ministra Cartabia: “Mancano agenti e educatori”

Antonia Menghini ha presentato le difficoltà della struttura di Spini: troppi avvicendamenti alla direzione, così non si può progettare 



TRENTO. Le principali criticità che affliggono la casa circondariale di Spini di Gardolo sono state illustrate ieri (16 settembre) dalla Garante dei diritti dei detenuti del Trentino Antonia Menghini nel corso di un incontro con la ministra della Giustizia Marta Cartabia.

Menghini ha rimarcato che dal novembre 2019 la direttrice della casa circondariale di Spini di Gardolo, Annarita Nuzzaci, ha riassunto anche la direzione della casa circondariale di Bolzano, senza contare il numero rilevante di avvicendamenti alla direzione che hanno caratterizzato i primi dieci anni di vita dell'istituto di Spini "dove di fatto è sempre mancata, salvo che per brevi periodi, una direzione in grado di garantire una progettualità di lungo periodo".

"Altrettanto deficitari - ha aggiunto la Garante - risultano essere i ruoli dei funzionari giuridici pedagogici, senza il lavoro dei quali non è pensabile la predisposizione del programma trattamentale, primo tassello ineludibile di qualsiasi percorso rieducativo. A Trento gli educatori sono, anche a causa di alcuni distaccamenti, meno di quanti dovrebbero essere (4 invece di 6), rispetto ad una pianta organica già sottostimata perché rapportata a numeri di presenze largamente inferiori alle attuali".

"Anche la polizia penitenziaria - ha aggiunto Menghini - permane in sofferenza soprattutto rispetto alle figure chiave di Ispettori e Sovraintendenti che a Trento dovrebbero essere, da pianta organica, circa novanta unità e che invece risultano essere non più di dieci unità complessive.

Secondo Menghini, "centrale diventa l'investimento sulla formazione professionale e sul lavoro interni al carcere, così come detti investimenti risultano, più in generale, fondamentali per fornire una concreta possibilità di reinserimento sociale a chiunque, privo di mezzi, stia eseguendo la propria pena all'interno di un istituto di pena".













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