Un lungo anno di cantiere dà forma al Parco Arciducale 

I lavori. Se n’è parlato in consiglio per le perplessità di Parisi su alcune soluzioni architettoniche Miori: «Abbiamo dovuto mettere ordine, ma qualcosa di può migliorare nel prossimo lotto»


Gianluca Ricci


Arco. È trascorso esattamente un anno (era l’11 novembre del 2019) dall’inizio del primo lotto dei lavori per la riqualificazione del Parco Arciducale. Due (era il 27 novembre del 2018) ne sono passati dall’approvazione da parte della giunta della precedente amministrazione del progetto esecutivo dell’architetto Lara Zoccatelli. L’intervento non si è ancora concluso, anche se i lavori fervono. Al momento ci si sta occupando della realizzazione del nuovo blocco dei servizi e dell’attività didattica, un intervento all’apparenza piuttosto impattante: come è stato risposto nel corso dell’ultima seduta consiliare alla consigliera Chiara Parisi, che aveva chiesto il motivo per cui pare non sia stata fatta attenzione agli aspetti ecosostenibili dell’opera, si è trattato in realtà di ottemperare alle disposizioni della soprintendenza ai beni culturali, con cui i progettisti si sono interfacciati in più occasioni. Non va dimenticato infatti, come ha sottolineato l’ex assessore Stefano Miori, che il progetto non punta a rivoluzionare l’impostazione precedente, ma semplicemente a mettere ordine. Ecco perché è stato eliminato il gazebo dalle linee asburgiche (ma realizzato negli anni Sessanta) e perché si è deciso di accentrare tutti gli spazi che prima erano stati antropizzati in modo casuale ed emergenziale in un blocco unico. Blocco che prevede la presenza di bagni a norma, sia per gli ospiti che per i manutentori, e di aree da destinare all’attività didattica, che negli ultimi anni era cresciuta a dismisura costringendo la Provincia a collocare qua e là strutture “da festa paesana”, come le ha definite Miori. A copertura definitiva arriverà, secondo progetto, un tetto in titanio là dove invece sarebbe stato preferibile un tetto verde o tale da poter raccogliere l’acqua piovana così da potenziare l’impianto irriguo in modo più ecosostenibile. Non è escluso, ha aggiunto lo stesso Miori, che si possa studiare una soluzione più efficiente per lo sfruttamento della sorgente interna nel secondo lotto dei lavori, che però deve ancora essere progettato. Ultimo intervento previsto: la posa dei corpi illuminanti intorno al blocco servizi.













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