Riva ha disattivato i varchi elettronici: consegne più facili 

La decisione. Mosaner ha chiuso le piste pedonali. Betta e Martini: «Usare l’1% dell’avanzo per l’acquisto di materiale sanitario»


MATTEO CASSOL


RIVA. Dopo aver già chiuso i parchi (in anticipo rispetto al provvedimento generalizzato), il Comune di Riva ieri mattina ha transennato gli accesi alle ciclopedonali di propria competenza, in ottemperanza dell'ordinanza provinciale del 20 marzo. Di contro, ha aperto la ztl – disattivando i varchi elettronici – per favorire le consegne di generi di prima necessità. Nel frattempo, con due interrogazioni i consiglieri comunali del Patt Silvia Betta e Marco Martini spingono perché la Giunta metta a disposizione l’1% dell’avanzo di bilancio (dunque 200 mila euro) per donazioni a scopo sanitario e proponga ad aziende della zona un’eventuale riconversione finalizzata alla produzione di mascherine.

Tornando per un attimo ai provvedimenti già presi, riguardo alle ciclabili l’amministrazione comunica che «la chiusura delle ciclopedonali comunali prevede l'eccezione degli spostamenti necessari per esigenze lavorative». Per quanto concerne invece la ztl, il sindaco Adalberto Mosaner ha firmato un’ordinanza che ha disposto la sospensione (in via temporanea) dell’attività di controllo automatizzato di accesso alla zona a traffico limitato ed è motivata dalla volontà di agevolare il transito dei veicoli di attività commerciali, enti e associazioni di volontariato impegnati nella consegna a domicilio di beni essenziali e farmaci, secondo una tendenza (sostenuta e sollecitata dalla stessa amministrazione comunale) che contribuisce a evitare lo spostamento delle persone, oltre a fornire un sostegno importante alle categorie più fragili della cittadinanza. «Si sottolinea – specificano dal Comune – che la sospensione è rivolta unicamente a chi sta svolgendo attività di consegne, mentre per tutti gli altri rimane in essere l’ordinanza sulla perimetrazione della ztl».

Venendo più in dettaglio alle proposte di Betta e Martini (le cui interrogazioni potrebbero essere sottoscritte anche da altri consiglieri), da un lato gli autonomisti chiedono a sindaco e Giunta «di valutare la possibilità di contribuire con l’1% dell’avanzo di amministrazione sotto forma di donazione per permettere l’acquisto di attrezzature sanitarie o la creazione di nuovi posti letto di rianimazione», dall’altro, «avendo avuto notizia dalla stampa che alcune aziende hanno già riconvertito la produzione per produrre mascherine, di farsi portavoce di questa impellente necessità con le fabbriche sul territorio per sollecitare o vagliare la possibilità di riconvertire la produzione per la realizzazione di mascherine o altri strumenti utili al personale sanitario».













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