«Per evitare disastri pulizia e dragatura della Sarca» 

La protesta. Il comitato di partecipazione Oltresarca chiede all’amministrazione di farsi portavoce in Provincia per chiedere la pulizia annuale del fiume. Il sedime si è alzato di metri


Leonardo Omezzolli


Arco. «Perché non viene fatta una pulizia annuale della Sarca? In questi decenni il sedime dell’alveo si è alzato, perché non è stata fatta alcuna operazione di dragatura?» Sono solo alcune delle domande che il Comitato di partecipazione Oltresarca vuole fare agli enti preposti (Provincia e Bacini Montani) soprattutto in considerazione del fatto che da anni e più volte, anche con numerosi articoli sulla stampa, ha esortato l’Amministrazione a farsi portavoce di queste necessità ambientali in Provincia. È infatti ancora vivido il “disastro del Sarca” avvenuto sul finire della scorsa settimana e che ha provocato ingenti danni nei comuni limitrofi al corso del principale affluente del lago di Garda colpendo duramente la frazione dell’Oltresarca. Danni così consistenti da portare il presidente della Provincia Maurizio Fugatti in sopralluogo al fianco del sindaco Alessandro Betta.

Da allora però, non è stata data una chiara risposta circa il riconoscimento dei danni e quale ente dovrà (forse) rimborsarli. Inoltre non è ancora arrivata alcuna comunicazione sulla gestione del fiume. «Qualcosa non ha funzionato e crediamo - fanno sapere i membri del Comitato - che possa essere dovuto al fatto che la Provincia non si sia occupata a dovere della Sarca attraverso i Bacini montani che ne sono il braccio operativo. L’ultima pulizia in alveo risale a due anni fa, sollecitata, anche quella, più volte da noi. Non possiamo - insistono - sperare che non piova per troppi giorni o in quantità problematiche o ancora che i nostri vigili del fuoco rischino la vita per salvare campagne, strade e proprietà private. L’ultima volta che è stato dragato l’alveo - ci tengono a sottolineare - è stato negli anni Ottanta. Basta guardare alcuni punti noti, per esempio le cascate alla Moletta che 20 anni fa erano molto più alte e che ora sono di appena una ventina di centimetri per capire quanto materiale si è depositato. Tutto quello spazio mancante è colmo di nuovo sedime, metri cubi di nuovo fondale che rubano spazio all’acqua in eccesso».

Anche questa potrebbe essere una spiegazione di quanto avvenuto e della discrepanza tra l’allarme lanciato (non critico) e gli eventi che si sono susseguiti nel corso di quella lunga giornata emergenziale. Un alveo che non solo non è stato pulito recentemente ma che ha un fondale molto più alto rispetto a quanto era in origine avrebbe potuto portato all’esondazione della Sarca.

«Con una dragatura di un metro e mezzo oggi non saremmo qui a contare i danni e a chiederci cos’è che è andato storto. Noi - spiegano e concludono i membri del comitato Oltresarca - chiediamo che si facciano le giuste pressioni per far sì che ogni anno venga pulito l’alveo e che i tecnici verifichino in che punti sia necessaria un’opera di dragatura. Ne va della sicurezza di tutti». Infine il Comitato si è complimentato con i vigili del fuoco volontari di Arco «perché hanno fatto un lavoro eccezionale e davvero in certe zone hanno messo a repentaglio la propria vita».

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