Nuova Arco Ovest: «L’ex Quisisana sia un auditorium»

Arco L’auditorium all’ex Quisisana s’ha da fare: è questa l’indicazione conclusiva a cui è giunta la commissione allestita dall’amministrazione per individuare alcune proposte urbanistiche in merito...



Arco L’auditorium all’ex Quisisana s’ha da fare: è questa l’indicazione conclusiva a cui è giunta la commissione allestita dall’amministrazione per individuare alcune proposte urbanistiche in merito alla sistemazione della strategica parte di centro storico denominata “Arco Ovest”. Lo ha detto a chiare lettere l’architetto Alberto Cecchetto aprendo la seduta del consiglio comunale on line dell’altra sera e facendo sintesi del confronto che in queste settimane c’è stato con il collega Gianluca Dossi e lo storico locale Romano Turrini. Indipendentemente da quello che succederà a Riva, Arco ha bisogno di una struttura che permetta di programmare iniziative culturali e spettacolari: «Molte manifestazioni – ha ricordato Turrini – sono state ridimensionate perché non avevamo spazi sufficienti». Inoltre ci sono motivazioni di carattere procedurale, come ha ricordato Stefano Bresciani, che impongono di portare a termine i lavori secondo quanto previsto dai capitolati. Inutilmente l’architetto Flavio Prada, membro della commissione che però non ha ritenuto opportuno partecipare ai lavori in piena pandemia, ha provato a sostenere l’inutilità di un doppione fra Arco e Riva, appoggiato in questo anche da Andrea Ravagni («un abominio realizzare due teatri a quattro chilometri di distanza quando il calo di spettatori è reale»).

Per quanto riguarda Villa Becker e Villa Elena, la commissione raccomanderebbe per la prima una destinazione ricettivo-alberghiera con intervento misto pubblico-privato, mentre per la seconda, che come ha ricordato Mauro Ottobre è vincolata anche nella sua struttura interna, una museale: spazi espositivi per mostre d’arte al primo piano, un luogo della memoria dell’epoca sanatoriale e del Kurort al secondo e, magari, uno spazio a ricordo dell’opera di Gianni Caproni al terzo. Purché però venga rispettata la struttura architettonica esterna, portatrice di valori storici e culturali irrinunciabili per la città. Ad occuparsene sarà però la prossima amministrazione. G.R.













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