«Nevicata di Natale mai vista» 

Il bilancio. Si è trattato di un evento eccezionale che ha impegnato per tre giorni, senza sosta, vigili del fuoco, operatori e operai del cantiere comunale. Il vicesindaco Zampiccoli: «Hanno saltato pasti e pause per limitare al massimo i disagi»


Gianluca Ricci


Arco. Che la nevicata di Natale abbia provocato qualche disagio non può essere negato. Ma allo stesso modo è innegabile che si sia trattato di un evento eccezionale: 40 centimetri di neve ad Arco in sole dodici ore non si erano mai viste. «Forse nell’inverno del 1985 – ha ricordato il vicesindaco Roberto Zampiccoli – ma ce lo ricordiamo ancora perché è stata una cosa mai vista prima. Fra vent’anni ricorderemo il Natale del 2020 come pietra di paragone».

L’abnegazione

Le conseguenze dell’inedita nevicata sono state pesanti, anche perché gli strumenti per combatterla si sono per forza di cose rivelati non del tutto adeguati, nonostante l’abnegazione dei vigili del fuoco, degli operatori e degli operai del cantiere comunale che per tre giorni si sono impegnati per ridurre al minimo i disagi, «saltando pasti, pause e lavorando consecutivamente per limitare i danni. A loro – ha aggiunto il vicesindaco – va il plauso dell’intera amministrazione e dovrebbe andare anche la riconoscenza dell’intera cittadinanza».

Troppe proteste

E invece più di uno si è fatto sentire in Comune, protestando per le cattive condizioni in cui erano ridotte strade e marciapiedi. «Molte di quelle telefonate lo ho ricevute direttamente io – ha proseguito Zampiccoli – e ho anche sentito cose inimmaginabili. Il fatto è che la ditta appaltatrice del servizio ha cinque soli mezzi sgombraneve, una dotazione più che sufficiente per le precipitazioni nevose normali, ma evidentemente deficitaria in occasioni come queste. Purtroppo solo due privati hanno risposto all’appello che abbiamo lanciato appena la neve ha iniziato a depositarsi in abbondanza e far fronte ad una nevicata come quella con sette sgombraneve per oltre 120 chilometri di strade è stata per forza durissima, visto che non siamo un comune di montagna». Senza contare il fatto che il territorio di Arco comprende anche località come Velo, Troiana, Laghel, San Giovanni e Padaro, caratterizzate dalla presenza di strade piuttosto scoscese. «I mezzi sono passati più volte – ha spiegato il vicesindaco – ma dopo un’ora dall’intervento il manto nevoso è tornato quello di prima. E salire e scendere dal Velo richiede parecchio tempo. Ecco perché a molti è sembrato che non sia stato fatto nulla. E invece gli operai del cantiere comunale, che sono usciti alla fine della nevicata perché dotati di mezzi non strutturati per queste emergenze, si sono fatti in quattro. E l’altra mattina, girando per Arco, non si vedeva più un ramo in terra».

L’eccezionalità

Che poi molte persone non siano in grado di rassegnarsi di fronte all’eccezionalità di alcuni eventi è un dato di fatto: «Gente che ha sempre in bocca la parola ambiente – ha precisato il sindaco Alessandro Betta –per pochi centimetri di neve ha dato di testa. Si è trattato di un evento naturale del tutto anomalo a cui abbiamo fatto fronte nel miglior modo possibile con i mezzi a nostra disposizione, che per forza di cose non possono essere quelli a disposizione del Comune di Pinzolo. Ho addirittura ricevuto telefonate in cui mi si chiedeva di caricare la neve sui camion e di rovesciarla nel lago: chi lo ha chiesto non sa che la neve è un rifiuto speciale e come tale va trattato. Abbiamo sparso tonnellate di sale lungo le nostre strade e liberato quanti più marciapiedi possibili». Poi, per fortuna, ci ha pensato la pioggia a dare una mano.

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