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Tuffo nel Garda, si punta al record 

Organizzatori al lavoro per l’evento di martedì 1 gennaio



RIVA. Il tuffo di Capodanno di Riva del Garda sta per siglare la sua ventunesima edizione, e gli irriducibili del “bagno glaciale” si apprestano a rinnovare il tradizionale rito.

Tra gli appuntamenti immancabili dei festeggiamenti rivani torna anche il tuffo di Capodanno, che ha inserito di diritto il capoluogo gardesano nell’elenco delle città che celebrano in maniera stravagante il primo giorno dell’anno nuovo. Il tuffo, in programma nella mattinata di martedì 1 gennaio, è ormai diventato un “marchio di fabbrica” di Fabrizio Di Stasio, che ogni volta rinnova il suo invito ai temerari.

Sono sempre moltissimi gli intrepidi che sfidano le condizioni atmosferiche e l’acqua gelida: 107 nel 2014, 122 nel 2016, 104 nel 2017, con una leggera inflessione nel 2018, quando la pioggia ininterrotta ha scoraggiato alcuni componenti di questa “allegra brigata”. «L’iniziativa è nata nel ’99 tra un gruppo di amici, ma ogni anno si migliora e si arricchisce, perché diventa tradizione vera, e riesce a convincere un numero sempre maggiore di intrepidi – commenta l’ideatore Fabrizio Di Stasio - il segreto è che questa manifestazione è fatta dalla gente per sé stessa: chi gioca a tuffarsi il primo dall’anno rinnova ogni volta la propria dichiarazione d’amore al lago, la vera anima di Riva del Garda».

Il tuffo augurale è divenuto tradizione al punto da richiamare bagnanti d’occasione da buona parte della provincia e anche oltre, e una folla di spettatori sempre più attenta e numerosa. «Il proposito è quello di superare ogni record di presenze, e la speranza è che il sole ci assista, così come ha fatto in tutte le edizioni passate, ad eccezione della scorsa – conclude l’organizzatore dell’evento– ciò che conta è esserci, per scambiarsi gli auguri e passare un momento di allegria».

L’appuntamento, come di consuetudine, è previsto in Piazza Catena ed è aperto a tutti: il ritrovo è fissato alle 11, mentre per il tuffo occorrerà attendere i rintocchi del mezzogiorno delle campane della Torre Apponale. (s.bass.)

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