Tennis a Riva, sì alla variante 

Tensione in aula, ma la modifica al Prg passa anche con i voti di Santorum e Campisi


di Matteo Cassol


RIVA. Strepiti e tensioni, in Consiglio comunale a Riva, sulla variante cartografica al prg per opere pubbliche relativa al nuovo circolo tennis all’ex Maceri (alle pendici del Brione), ma il provvedimento è passato così com’era stato presentato. Quello completato davanti a una platea insolitamente nutrita (composta da soci del tennis non di rado applaudenti) è il primo step delle fasi propedeutiche all’inizio dei lavori cofinanziati da Provincia e Comune con i quali verranno ricavati tre campi e strutture di servizio: «L’iter della variante, se sviluppato bene, potrebbe concludersi in un mese e mezzo», ha fatto presente il sindaco Adalberto Mosaner. Le maggiori perplessità sono arrivate da Andrea Matteotti del Movimento 5 Stelle e da Franca Bazzanella (assenti Flavio Prada e Luca Grazioli), mentre il leghista Piergiorgio Zambotti, che alla vigilia sul tema aveva aperto il dibattito su Facebook, praticamente non è entrato nel merito, ma, al pari di Matteotti e Bazzanella, si è astenuto, in attesa di «un cambio di amministrazione per portare avanti seriamente il progetto». Favorevole, dall’opposizione, il voto di Francesco Campisi (che del circolo tennis è presidente) e di Stefano Santorum. Le tre astensioni hanno segnato una rottura dell’unanimità che c’era stata all’epoca dell’approvazione della mozione che impegnava la Giunta a individuare all’ex Maceri la nuova sede del circolo. A Matteotti e Bazzanella non è piaciuto che rispetto alla planimetria allegata a suo tempo quella presentata in variante avesse degli elementi di diversità: si trasforma in area sportiva anche una fetta prima non prevista di area agricola, peraltro a una quota superiore rispetto al resto. Il sindaco e il tecnico Sergio Pellegrini hanno spiegato che è stata fatta un’aggiunta minima per arrivare a ottenere gli indici per poter realizzare la copertura del circolo, ma che in realtà l’area accorpata non verrà toccata. L’amministrazione, per quanto non previsto dalla norma, ha deciso di compensare le aree agricole di pregio soppresse promuovendone altre sempre nella zona del Brione: 3.500 metri quadri persi compensati con 6.969. Matteotti però ha fatto presente che si tratta di una zona che non sarà in realtà agricola, davanti a Forte Garda, visto che l’obiettivo è più che altro quello di rendere visibile il forte (disboscando). In generale dalla maggioranza (oltre che da Campisi) hanno provato a disinnescare il valore ambientale dell’area: «Eccezion fatta per la parte di pregio che verrà compensata – il messaggio – la zona era prima una cava e poi una porcilaia e il progetto si inserirà nell’esistente senza particolari impatti». «Un progetto che però – si è lamentato Matteotti – non si è visto».













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