Stele, sì della giunta. Ma a giochi fatti 

Tenno, gli assessori (Stanga astenuto) hanno firmato il documento solo quando la maggioranza dei consiglieri ha dato l’ok



TENNO. La stele in ricordo del femminicidio di Tenno si farà e a decretarlo è il voto dei consiglieri comunali che sono stati chiamati dall’ex sindaco Gian Luca Frizzi a esprimersi se dare o meno l’assenso alla realizzazione di un simbolo che riconosca la tragedia dell’omicidio suicidio di Alba Chiara Baroni e Mattia Stanga. Un atto dovuto visto che proprio sulla delicata questione la maggioranza si era spezzata costringendo Frizzi alle dimissioni e sulle quali nessuno dei presenti ha avuto qualcosa da contestato o controbattere. Tutti voti favorevoli con una sola astensione (comprensibile, per altro), quella dell’assessore e zio di Mattia, Ivo Stanga.

Fa quindi riflettere l’esito del voto soprattutto in considerazione delle tempistiche delle firme, con quelle di giunta che arrivano a giochi ormai fatti, quando la maggioranza dei consiglieri si era già espressa a favore. Fino a venerdì pomeriggio la carta depositata in comune presentava solo sette firme di assenso. Mercoledì sono state apposte quelle di Frizzi, del consigliere con delega Stefano Bonora, del consigliere con delega Cristian Signoretti e dei consiglieri Ugo Marocchi, Tiziano Patuzzi (minoranza), Nicola Stanga (minoranza) e Andrea Cobbe (minoranza). Solo successivamente nel tardo pomeriggio di venerdì, a uffici chiusi e dopo le firme di metà dei consiglieri, la giunta si è recata in Comune per apporre le proprie firme. Quella del vicesindaco Giuliano Marocchi, dell’assessora Valentina Belotti e dell’assessora Giancarla Tognoni, favorevoli alla stele, e quella dell’assessore Ivo Stanga (che si è appunto astenuto). Nello stesso momento hanno firmato anche i consiglieri Ilaria Bagozzi e Claudio Maffei.

Sorge spontaneo chiedersi per quale motivo un sindaco si dimetta, motivando la decisione per divergenze di giunta tra chi voleva la stele e chi non la voleva, quando l’esito della votazione indica, al contrario, piena condivisione. «Questo ha tutta l’aria di un atto politico per liberarsi del sindaco», ha commentato il capogruppo di Progetto Tenno Andrea Cobbe. Emerge inoltre un altro dato: la giunta sembra rincorrere le volontà dei consiglieri, quasi temendo (se avessero votato contro) una delegittimazione: «Fare questo su un tema così delicato - ha chiarito Cobbe - lascia senza parole. Dopo questo gesto - chiosa - tutta la giunta dovrebbe andare a casa a nascondersi». A confermare che la stele è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso è Frizzi: «Ci sono stati attriti continui nell’ultimo periodo, ma su questioni così delicate non accetto di andare sotto la soglia della dignità. Se il caso delle firme è vero - ha concluso - mi capite che non si poteva continuare a governare con questo modo di pensare e agire». (l.o.)













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