Sgarbi in piena notte visita le chiese ledrensi 

La sorpresa. Il presidente del Mart si presenta dopo l’una di notte per ammirare i gioielli sacri Munito di torcia elettrica ha visitato le chiese di Tiarno e il tempio quattrocentesco di Santa Lucia


Aldo Cadili


Ledro. Per visitare tre artistiche chiese, a Tiarno di Sopra, Tiarno di Sotto e nella piana di Santa Lucia a Bezzecca, venerdì, in piena notte, è giunto inaspettatamente in valle di Ledro Vittorio Sgarbi, il noto ed eclettico “mattatore” della cultura, non solo nazionale, e con solide presenze nel mondo della politica. Il vulcanico personaggio, da poco presidente del Mart e assiduo frequentatore del Trentino, non aveva programmato il viaggio nel ledrense, ma trovandosi nelle Giudicarie per l’incontro con il nostro direttore Paolo Mantovan a Forte Corno (come riportiamo a pagina 35) e avendo avviato un tour delle chiese a Daone e Condino, in tarda serata ha voluto concluderlo in Val di Ledro. La richiesta è stata accolta al volo, ma con il conseguente trambusto per coloro che dovevano aprire le tre chiese e per accoglierlo ed accompagnarlo all’interno. Sveglia molto anticipata, dopo l’una di notte, per i due sacrestani tiarnesi, il custode delle chiavi della chiesetta di Santa Lucia, la prosindaca Maria Teresa Toniatti, l’assessore alla cultura Fabio Fedrigotti e Maria Demadonna, presidente dell’Ufficio Turistico della Valle. Quest’ultima, dopo la decisione di Vittorio Sgarbi di venire in valle aveva concordato i tempi della visita. Il gradito ospite è giunto prima alla settecentesca chiesa di Tiarno di Sopra con all’interno tele ed un crocefisso di quel periodo. Quindi lo spostamento al vicino paese di Tiarno di Sotto con sosta alla monumentale parrocchiale di San Bartolomeo dove Vittorio Sgarbi si è soffermato a lungo ad ammirare nei particolari, munito di torcia elettrica, la pala dell’altare maggiore costituita da un pregevole polittico di scuola veneta del 1587, tele di Romano Valambrini ed Ignazio Unterbergher, la navata con stucchi e decorazioni del pittore Aldi (la settimana prossima sarà presentato un volume sulla sua attività artistica). Analoga la visione della volta della chiesa suddivisa in tre campate. L’ospite ha espresso ammirazione per questo “gioiellino” sacro e su invito dell’assessore Fedrigotti ha dichiarato che ritornerà tra qualche mese quando sarà collocata la targa che ricorda che all’indomani della battaglia garibaldina del 21 luglio 1866 la chiesa venne trasformata in un ospedale da campo e fu il primo intervento in Italia della Croce Rossa. Ultima tappa notturna alla chiesetta quattrocentesca di Santa Lucia in Pratis con affreschi di quell’epoca accolto dal custode delle chiavi Guio Preghl e dalla moglie Orietta. Concluso il “giro culturale” Vittorio Sgarbi, con la gentilezza che l’ha contraddistinto nei vari momenti, ha ringraziato e salutato i suoi accompagnatori promettendo di ritornare presto in valle, possibilmente, è stato il pensiero dei presenti, non in ore antelucane, ma alla luce del giorno.















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