La susina di Dro adesso è De.Co. 

Nuovo riconoscimento per il frutto che sta vivendo un importante rilancio


di Katia Dell’Eva


DRO. Già prodotto “di origine protetta”, la susina di Dro cerca un nuovo rilancio sul mercato grazie al marchio territoriale De.Co Alto Garda e Ledro. A presentarne ufficialmente l’assegnazione, ieri, il sindaco Vittorio Fravezzi, il consigliere comunale Mauro Lutterotti, il presidente della cooperativa Valli Sarca Michele Tarolli e il presidente di “La Trentina” Rodolfo Brocchetti.

Dopo la carne salada e i marroni di Campi, tocca quindi alla susina di Dro ottenere la denominazione sovracomunale d’origine. Un fregio che nulla va a togliere al Dop, ma che, al contrario, come ha affermato il primo cittadino, «consente di tornare a legare il territorio a un prodotto che un tempo rappresentava la storia della comunità e di quasi tutte le sue famiglie, ma che negli ultimi decenni ha perso quasi completamente manodopera interna». De.Co, dunque, sarà un marchio ulteriore «per riconoscere un prodotto di qualità che, in pochi sanno, ha molte proprietà benefiche, in quanto aiuta la circolazione e la digestione ma funge anche da antidepressivo» - ha proseguito Fravezzi - «e che soprattutto è importante, dopo il piano per la sua salvaguardia degli scorsi anni, tentare oggi di rilanciare». Se nei tempi d’oro, gli anni Settanta-Ottanta, i soci produttori di questo frutto delle allora due cooperative Cbs e Valle Laghi (oggi confluite in Valle Sarca) superavano i 600 per un raccolto di circa 70mila quintali l’anno, la produzione subì un brusco freno a metà degli anni Novanta, causa la minor richiesta del mercato e problemi fitosanitari (la famosa Sharka). «Il rilancio della susina si è avuto negli ultimi anni» - ha spiegato Tarolli - «da quando, oltre a chi resisteva e ne mandava avanti la produzione, c’è stato anche chi ha reintrodotto questa coltura, per un totale, ad oggi, di circa 100 soci e un raccolto che si aggira attorno ai 2mila quintali. Parliamo quindi chiaramente di un prodotto di nicchia, ma la vera sfida è tornare a rendere la susina appetibile anche alle nuove generazioni e agli agricoltori professionisti, magari nell’idea di un affiancamento ad altre produzioni, come le mele, in un’ottica che punta perciò anche alla salvaguardia della biodiversità». In tal senso, la denominazione altogardesana De.Co spinge dunque nella direzione voluta dal mercato attuale, come ha illustrato Brocchetti: «Oggi consumatore e turista cercano un prodotto che sia locale e di qualità. Sarà questa quindi la via che la nuova realtà comunicativa dedicata ai prodotti ortofrutticoli di “La Trentina” e “Melinda”, Apot, intraprenderà per il suo rilancio dal punto di vista del marketing e del packaging».













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