Il “decalogo degli autisti” che viaggiavano sulla Ponale

Alto garda. Nel 1891 sulla Ponale transitarono le prime automobili e, superato il secolo, nel 1906 la ditta Zontini Leonardi istituì regolari corse automobilistiche tra Riva e Condino, mentre nel...



Alto garda. Nel 1891 sulla Ponale transitarono le prime automobili e, superato il secolo, nel 1906 la ditta Zontini Leonardi istituì regolari corse automobilistiche tra Riva e Condino, mentre nel 1911 vennero allestite regolari corse di auto messaggerie postali. Quando si concluse la Prima guerra mondiale finalmente la strada del Ponale tornò ad essere la principale via di transito tra la vallata del Sarca e quella di Ledro. Le autocorriere della ditta Leonardo Leonardi di Riva, che avevano sostituito le auto messaggerie postali, compivano il percorso da Riva fino ai paesi della valle del Chiese con corse giornaliere di linea, trasportando merci e passeggeri. Oltre alle corriere sulla Ponale transitarono anche dei camion e, già alla fine degli anni ’30, degli autotreni.

Le aziende di trasporto

Con il secondo dopoguerra ci fu un vero e proprio boom di padroncini fino ad arrivare a due aziende di trasporto, la “Rosa Trans” e “Corriere Rosa”, che ora ha sede ad Ala. Michele Toccoli, nei suoi studi sulle genealogie familiari ledrensi, ha censito ben 30 conducenti di corriere e 130 camionisti ledrensi che si sono avventurati sulla Ponale.

Parlando con loro siamo riusciti a scrivere una specie di “Decalogo dell’autista della Ponale”, perché conoscevano al millimetro tutti gli spigoli e le misure, tanto che venivano chiamati spesso a togliere d’impaccio qualche altro camion o corriera che si erano incastrati e non andavano più né avanti né indietro. Eccolo:

1) L’autista della Ponale doveva avere una visione generale della strada: doveva ascoltare e farsi sentire con prolungate strombazzate e controllare lontano se c’erano altri mezzi sulla strada.

2) Grossi incidenti non ne sono mai capitati, a differenza di quello che succede ora con la galleria Agnese, forse perché la Ponale richiedeva un’attenzione di guida molto alta.

3) Il primo punto pericoloso della Ponale a salire era alla terza galleria (quella della Tagliata), dove parecchi autisti, soprattutto tedeschi, venivano castigati perché non avevano rispettato il segnale di massima altezza posto all’inizio della salita a Riva. Questa galleria era conosciuta in gergo come “la galeria del fé”, la galleria del fieno, perché era sempre piena di fieno che cadeva dai carichi troppo alti visto che era la galleria più bassa di tutte.

4) Il secondo punto pericoloso della Ponale era la curva dello Sperone, vera trappola diabolica che per essere fatta richiedeva che i pneumatici dei camion sfiorassero il muretto di contenimento. La difficoltà maggiore era scendere con la guida a sinistra.

5) Non tutti i camion potevano passare: ad esempio i camion con rimorchio centinati (con il telo), con i container o frigo non passavano. Anche i bilici dovevano stare attenti al carico che doveva essere più contenuto “al centro”. Oppure il trattore doveva trainare un semirimorchio “a volta sterzante”. In caso contrario intervenivano i Vigili del fuoco e il camion gru del Santoni.

6) Rispettare gli orari delle corriere di linea, nel senso che era meglio evitare di passare sulla Ponale in quegli orari.

7) Solidarietà tra autisti: quando c’era bisogno di darsi una mano per disincagliare i grossi mezzi c’era molta solidarietà tra gli autisti che adesso non c’è più. In molte occasioni incrociando altri camion, si fermavano e offrivano la loro guida per fare la Ponale ed erano molto ben accetti dagli altri camionisti. Poi si venivano a far prendere. Immaginatevi un autista che cede la guida del proprio camion: piuttosto ti presterebbe la sua morosa!

8) Gli autisti migliori: chi aveva guidato sulla Ponale era riconosciuto tra i migliori autisti in assoluto visto il coraggio che dovevano avere per affrontarla e quindi se cercavano lavoro erano assunti immediatamente senza periodo di prova. Infatti quando ci si voleva assicurare uno scrosciante applauso, bastava incrociare con il proprio camion una corriera, meglio se di tedeschi. Alla fine dell’operazione c’era sempre un caloroso applauso e molta gente che sudava freddo.

9) Viale Pilati a Riva era conosciuto tra i camionisti come il “Viale delle Cambiali”, perché era il parcheggio dei camion e tutti questi camion erano stati acquistati con le cambiali.

10) Dare la strada. In alcuni punti dello Sperone e delle zete ci sono slarghi per poter far passare le macchine e questo succedeva sempre al contrario di adesso che molti bilici non danno assolutamente strada. D.R.

Altre storie di autisti coraggiosi, fotografie e aneddoti sulla Ponale si trovano nel libro “A picco sul lago” di Donato e Graziano Riccadonna, in vendita assieme al Trentino tutti i giorni in edicola.













Scuola & Ricerca

In primo piano