Dro, nuove regole in consiglio comunale 

Approvate alcune modifiche su mozioni e interpellanze. Introdotto anche il linguaggio di genere



DRO. È stato approvato nell’ultimo consiglio comunale di Dro il nuovo regolamento del civico consesso droato con la rivisitazione e definizione dell’attuale sistema delle commissioni consiliari e della conferenza dei capigruppo, ha ridefinito i tempi e le modalità di discussione degli atti all’interno dell’aula, nonché i tempi ed i modi di presentazione e trattazione di interrogazioni, interpellanze, mozioni, ordini del giorno ed emendamenti. Infine, uno degli aspetti di maggior interesse, sostenuto dalla stessa presidenza del consiglio droato, è stato l’introduzione di un corretto linguaggio di genere. Il nuovo regolamento consiliare è così composto da 55 articoli. Un lavoro che ha coinvolto la commissione statuti e regolamenti per buona parte dell’ultimo anno e che ha portato alla rivisitazione completa dell'intero testo approvato 23 anni fa. «Un lavoro - fa sapere la presidente del consiglio Ginetta Santoni - che ha comportato da parte dei commissari, della presidente della commissione e del segretario comunale un impegno costante e continuativo nel corso di tutti questi mesi. Un impegno necessario per fornire al consiglio comunale uno strumento di lavoro democratico e snello che permetta una gestione sollecita dell’aula consiliare e che dia la possibilità ai consiglieri comunali di espletare il proprio mandato con lungimiranza, nel rispetto delle prerogative di ognuno». Tra le novità quella del rispetto del linguaggio di genere. «Un’attenzione particolare - ricorda la presidente - questo regolamento lo riserva all’attribuzione di nomi e declinazioni rispettosi di un linguaggio di genere. Fin dal 1987 la Presidenza del Consiglio dei Ministri si attivò affinché le istituzioni fossero promotrici di un linguaggio non sessista della lingua italiana. Ricordiamo il decreto legislativo del 2001 che cita: “ogni disposizione normativa, vigente o in corso di adozione, è tenuta a concordare il titolo funzionale, accademico e professionale, istituzionale od onorifico con il sesso della persona alla quale lo stesso è attribuito”. Sono passati quasi trent’anni da queste prime disposizioni ministeriali ed anche la Provincia Autonoma di Trento poche settimane fa ha deciso di intervenire sul tema».

A lavorare sul nuovo regolamento, oltre a Santoni stessa, i consiglieri Fiorenzo Trenti, Cinzia Lucin, Giovanni Ferrari, Mauro Lutterotti, Igor Rossi e il segretario comunale Stefano Berlanda.













Scuola & Ricerca

In primo piano