Corsa con ostacoli: Marchese è d’argento ai mondiali

Riva. Torna a casa con l’argento nella sua categoria ai campionati mondiali di Ocr, la rivana Marcella Marchese, portando alto il nome dell’Alto Garda a Londra, in questa disciplina sconosciuta ai...



Riva. Torna a casa con l’argento nella sua categoria ai campionati mondiali di Ocr, la rivana Marcella Marchese, portando alto il nome dell’Alto Garda a Londra, in questa disciplina sconosciuta ai più. Seconda classificata nella fascia d’età tra i 35 e i 39 anni, Marchese, che nella vita fa il medico chirurgo ortopedico a Rovereto, ci spiega meglio in cosa consista, allora, questa strana forma di corsa che, lentamente, sta prendendo piede anche in Italia: «L’Ocr è letteralmente una gara su tracciato ad ostacoli - dall’inglese Obstacle Curse Race -» - racconta - «si corre per circa 10-15 chilometri, a seconda della competizione, ma il percorso è intervallato da ostacoli naturali e artificiali di varia natura, che rendono il tutto più divertente ma, chiaramente, anche più complesso. Ad esempio ci possono essere dei muri molto alti da scavalcare, dei sacchi pieni e pesanti da trasportare, dei percorsi paralleli in sospensione, con degli anelli». Molto più elaborata della semplice gara podistica, l’Ocr comporta insomma l’uso di tutto il corpo e una forza di gran lunga maggiore, e somiglia a competizioni come la più nota “Strongman Run”. «È proprio partecipando a quella, a Rovereto, due anni fa, che mi sono appassionata a questa disciplina» - prosegue - «ho sempre fatto sport, fin da bambina, ma a livello agonistico prima praticavo qualcosa di molto differente: l’hockey su prato. Ma quando ho scoperto l’Ocr è stato amore. A volte mi alleno e partecipo alle gare anche con mio marito, condividendo con lui questa passione. È un ottimo modo per scaricare la tensione del lavoro, anche» - aggiunge.

Per arrivare alla competizione mondiale, Marcella Marchese ha dovuto prima – com’è ovvio – gareggiare e vincere a livello nazionale: «I primi classificati nelle diverse tappe italiane, si qualificano automaticamente agli europei - ai quali però sono mancata per questioni lavorative -, e ai mondiali. Il fatto però è che in Italia ancora non è uno sport così noto, e in Trentino tanto meno. Basti pensare che nella competizione di Londra di alcune settimane fa c’era solamente un altro corregionale». Del resto, questo sport completo sottopone a sforzi di gran lunga maggiori rispetto alla corsa: «Motivo per cui in Italia, sotto i 18 anni non è possibile gareggiare. Ma all’estero non è così, quindi forse bisognerebbe solo cambiare punto di vista» - conclude. K.D.E.













Scuola & Ricerca

In primo piano

L’ultimo saluto

A Miola di Piné l’addio commosso a don Vittorio Cristelli

Una folla al funerale del prete giornalista che ha segnato un’epoca con la sua direzione di “Vita Trentina”. Il vescovo Tisi: «Non sempre la Chiesa ha saputo cogliere le sue provocazioni»

IL LUTTO. Addio a don Cristelli: il prete “militante”
I GIORNALISTI. Vita trentina: «Fede granitica e passione per l'uomo, soprattutto per gli ultimi»
IL SINDACO. Ianeselli: «Giornalista dalla schiena dritta, amico dei poveri e degli ultimi»