ALTO GARDA. Potrebbe essere ad una svolta la trattativa per l’accordo integrativo per i lavoratori della Coop Alto Garda. Proprio l’integrativo, disdettato unilateralmente, aveva fatto esplodere la crisi della Coop, sfociata nel primo storico sciopero dei lavoratori e nel successivo commissariamento a causa dei pesantissimi buchi nel bilancio.

Ieri pomeriggio, dopo la brusca frenata delle scorse settimane, le parti si sono nuovamente ritrovate. Al tavolo il commissario Maurizio Postal, la vice Debora Pedrotti e il direttore Rudi Manfrini, per i sindacati Mirco Carotta (Cgil), Lamberto Avanzo (Cisl) e Vasilios Bassios (Uil) e i rappresentanti Rsu.I sindacati si sono presentati con una lista di 18 punti, in alcuni casi alcuni dettagli da limare. Lo scoglio più rilevante era rappresentato dal premio annuale, che i sindacati (la Cgil in particolare) vogliono slegato totalmente da parametri di redditività. Per i sindacati il premio annuale va considerato come contropartita per la flessibilità dei lavoratori, in termini di orario e di funzioni da svolgere. «Se si dovesse applicare alla lettera il mansionario, l’attività della Coop andrebbe verso la paralisi», ha detto Carotta, facendo intendere che questa forma di protesta non è da escludere nel caso le porte dovessero rimanere chiuse. Le richieste dei sindacati sono di 480 euro lordi per il 2019 e 600 per il 2020. Postal non ha alzato muri e si è preso del tempo per valutare le richieste, atteggiamento che fa pensare ad un accordo vicino. Allo stesso tempo il commissario ha annunciato che entro la fine dell’anno verrà fatta una selezione per la scelta del nuovo direttore. Rudi Manfrini, infatti, al momento è distaccato da Sait. Postal non ha escluso che lo stesso Manfrini possa partecipare alla selezione. (g.f.p.)