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A22 nel caos, l’ira dei pendolari: “Un incubo”

Troppe code e lunghe attese: chi frequenta l’autostrada non ne può più. Ma c'è chi sottolinea che il traffico è anche un segnale di ritorno alla normalità e di ripresa dell'economia



TRENTO. A22 ancora intasata. E i pendolari iniziano a non poterne più.  Se infatti per i vacanzieri avere un po’ più di pazienza è d’obbligo, chi utilizza l’autostrada per lavoro sta passando un brutto periodo.

"E rieccoci di nuovi sulla A22. E’ mercoledì mattina, sono le 9,58 e c’è coda e traffico rallentato almeno fino a San Michele (nessun fine settimana da bollino rosso o nero)”, è lo sfogo di una lavoratrice partita da Bolzano.

“E’ diventato un incubo andare / tornare da Bolzano. Code di camion, code di macchine, si cammina, si sta fermi… Nel passato questa autostrada era un pacere. Quando dicevo: vado a Bolzano (io bolzanina residente a Padova) era una gioia: bella la strada, bello il paesaggio, in 2 ore scarse ero a destinazione. Adesso mi passa la voglia. Per lavoro ci devo andare con una certa frequenza. Preferisco risolvere per telefono o mail. Che peccato”.

Va detto che al traffico non siamo più abituati. In luglio il ritorno del bollino nero era stato "festeggiato", anche dalla stessa A22,  come segnale di ritorno alla normalità e ripresa delle attività economiche e degli spostamenti delle persone. La questione code va quindi cosiderata tenendo conto delle molte implicazioni che ha per la collettività.













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