I fondi

I 96,4 milioni per il Trentino. Altolà dei sindacati: "Vanno gestiti dai territori, non dallo Stato"

In occasione della firma dell’accordo per il Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027, Cgil Cisl Uil del Trentino rivendicano la gestione diretta dei finanziamenti europei  destinati alla Provincia, senza intermediazione dello stato. Sulla riforma dell’Irpef: «Neutralità fiscale è indispensabile»



TRENTO. «L'arrivo di 94,6 milioni di euro al Trentino è senza dubbio una buona notizia. Non bisogna, però, dimenticare che queste risorse sono fondi dovuti ai territori. In questa logica non comprendiamo perché non possano essere i territori, soprattutto quelli autonomi come il nostro, a gestirli direttamente, nel rispetto delle regole comuni, senza l'intervento dello Stato. Lo chiediamo da sempre anche per le risorse del Pnrr e per la gestione dei Fondi strutturali europei: dal nostro punto di vista, almeno per Trento e Bolzano, non dovrebbero avere necessità dell'intermediazione dello Stato nel confronto con Bruxelles per la definizione della destinazione puntuale dei fondi che dovrebbe essere superata da un esercizio autonomo delle istituzioni territoriali». Lo affermano, in una nota, Cgil Cisl Uil del Trentino in occasione della presenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Trento per la firma dell'accordo sui fondi di coesione.

La riforma dell'Irpef disegnata dal Governo nell'ultima legge di bilancio - sottolineano poi i sindacati - si tradurrà in un ammanco di poco meno di 30 milioni di euro per le casse di piazza Dante se non verrà prevista una clausola di neutralità fiscale. «Questo vuol dire meno risorse per l'istruzione, per la sanità, per le infrastrutture e la messa in sicurezza del territorio. È per questa ragione che riteniamo indispensabile che la clausola di neutralità venga inserito come principio inderogabile nel disegno di legge di riforma costituzionale. Senza chiarezza su questo principio, non potremo avere certezza di un pieno e responsabile esercizio di qualunque competenza, grande e piccola, si arricchirà il nostro Statuto di Autonomia, concludono i sindacati. 













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