Percorsi

Esplorazioni sulla via Claudia Augusta e altre "avventure" a piedi o in bici

La seconda puntata della nostra serie ispirata dall'antica strada romana ci porta attraverso i territori di Belluno, Vicenza e Trento: in una villa è conservata una rara pietra miliare militare attribuita a questo collegamento tra la Baviera e l'area adriatica

1 - NATURA A zigzag tra Vallagarina e altopiano della Lessinia
2 - IL CIPPO In una villa troviamo una rara pietra miliare militare

3 - ALTO ADIGE Nella storia verso Caldaro, Merano e Rablà
4 - TRENTO Verso la Valsugana sulle tracce della Claudia Augusta
5 - PASUBIO Emozioni in bici tra Vallagarina a passo Sommo


ZENONE SOVILLA


Nella placida distesa verde ai piedi dei monti una breve stradina bianca porta alla secentesca villa Centenere. Dal cortile si accede all'ala rustica che custodisce una pietra miliare militare della via Claudia Augusta.

Si tratta di una delle due uniche testimonianze su questa antica strada romana: l'altra è un analogo cippo trovato nel Cinquecento a Rablà di Parcines, in Alto Adige, area di cui ci occuperemo in una prossima puntata di questa serie di appunti di viaggio ispirati alle suggestioni della storica via.

La strada fu completata nel 47 d. C e voluta dall'imperatore Augusto: si trattava di un collegamento tra la Baviera (Augsburg e il Danubio) e l'area adriatica e padana.

Percorsi sulla via Claudia Augusta: cippo del 47 d. C in mostra in una villa storica

Esplorando in bici il territorio lungo la via Claudia Augusta, in Valbelluna troviamo Villa Tauro Centenere, uno dei primi esempi di dimora padronale bellunese del XVII secolo. In un portico qui è visibile il cippo miliare della via Claudia Augusta Altinate, scoperto nella parrocchiale di Cesiomaggiore nel 1786. Sempre in questo comune, in un paesagigo di meravigliosi contrappunti fra rocce e verdi colline, si possono visitare anche due musei: quello etnografico bellunese e del Parco nazionale delle Dolomiti e quello della bicicletta [foto: Z. Sovilla] -

REPORTAGE/2 Esplorazioni fra Trento, Vicenza e Belluno

REPORTAGE/1 Deviazione in Lessinia dalla Claudia Augusta

Su quale fossero realmente il tracciato e le varianti il confronto storico è aperto, anche se ha una certa credibilità l'ipotesi che la via principale si dividesse in due rami, uno (Altinate) che saliva verso nord da Altino (Venezia) attraverso Feltre e la Valsugana, l'altro (Veronensis) da Ostiglia (sul Po) attraverso Verona. Entrambi, poi, sarebbero passati per Trento, Bolzano, Merano e il passo Resia.

Una teoria suggerisce che nel Feltrino il percorso avesse una diramazione verso nordest, passasse per Belluno, il Cadore, la Pusteria e valicasse invece le Alpi al Brennero.

L'itinerario che esploriamo oggi tocca un lembo di terra attraversato o sfiorato dal passaggio «imperiale», in un triangolo a cavallo fra le attuali province di Belluno, Vicenza e Trento.

Dalla ciclabile della Valsugana deviamo verso Primolano e qui seguiamo i segnali ciclistici della via Claudia Augusta che ci porteranno fino a Fonzaso e Feltre.

Cesiomaggiore si raggiunge spingendosi a Pedavena (possibile visita alla vicina fabbrica di birra) e seguendo le stradine pedemontane. Villa Centenere si trova nelle campagne a sud del centro del paese, nel quale invece si potranno visitare il Museo della bici e anche il vicino Med, Museo etnografico della provincia di Belluno e del Parco nazionale Dolomiti Bellunesi.

Ma torniamo alla villa Centenere: a costruire questa lussuosa dimora fu la famiglia Tauro i cui membri era collezionisti di pezzi d'arte e archeologia: tesori che furono in gran parte saccheggiati durante la violenta occupazione austro-ungarica nella Grande Guerra. Oggi, accanto al cippo romano, risalente all'anno 47 dopo Cristo e rinvenuto a Cesiomaggiore nel 1786, sono collocati pochi altri reperti che è possibile vedere grazie alla disponibilità degli attuali proprietari della villa.

Nei dintorni un reticolo di stradine consente di disegnare vari percorsi, attraverso la Valbelluna fino al capoluogo oppure inoltrandosi verso nord in aree di straordinario rilievo paesaggistico, all'interno del Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi, quali la val Canzoi con il suo laghetto e i sentieri che raggiungono, da un lato, angoli incantevoli delle Vette Feltrine, sul crinale di confine col Trentino, e dall'altro la conca onirica che nel nome è già tutto un programma: i Piani Eterni.

Proseguendo un poco verso est si incrocerà la valle del Mis, con il suo lago e una gola epica sorvegliata dai selvaggi monti del Sole. Percorrendola si lambiranno, fra l'altro, le spettacolari piscine naturali dette Cadini del Brenton e il villaggio fantasma di California (abbandonato dopo l'alluvione del 1966). Infine la strada spunterà in Agordino, dove il Primiero con Sagron Mis (altro possibile accesso attraverso il passo Cereda) confina con il Bellunese, a poca distanza da Rivamonte, comune che ospita la riserva naturale e la ex area mineraria di valle Imperina (museo e ostello oggi).

Tornando al punto di partenza della nostra esplorazione, Feltre, risalendo nuovamente verso Pedavena, un itinerario ricco di emozioni è offerto anche dal passo di Croce d'Aune, sempre nell'area del Parco nazionale che è un corridoio naturalistico notevole, da sud-ovest a nord-est lungo una cinquantina di chilometri, sul lato settentrionale della Valbelluna.

La sezione sud-occidentale è dominata dalle Vette Feltrine, gruppo sul quale veglia la piramide del monte Pavione (2334 metri), sull'Alta Via dolomitica numero 2, che si snoda da Bressanone a Feltre attraversando anche la valle di Fassa e il Primiero. Nel nostro caso, dunque, partiamo da passo Croce d'Aune (parcheggio), poco oltre i mille metri di quota, sopra Pedavena (sull'altro versante discesa verso il Primiero e possibile risalita in Tesino sulla strada per Lamon e Roa).

Ci incamminiamo sul segnavia Cai 801 verso il rifugio Dal Piaz (1.993 metri slm), seguendo la mulattiera militare percorribile anche in mountain bike (cautela in discesa).

In un paio d'ore si arriva al rifugio e da qui ci si può spingere alla vicina Busa delle Vette, una prateria ondulata circondata dalle cime. Proseguendo per il passo di Pietena saremo nel cuore dell'area che nel 1944 era sede della brigata partigiana Gramsci (nel luogo c'è una targa in memoria), che sulle Vette contava un migliaio di persone, alla quale afferivano anche i giovani trentini attivi nel Tesino.

Infine, da ricordare che lungo la strada che collega Feltrino e Valsugana attraverso le Scale di Primolano è stata oggetto di restauro l'omonima fortificazione (visitabile), risalente al 1910 e poi bombardata durante la guerra.

A proposito di fatti d'arme, Primolano fu una località simboilo dell'«impresa» del generale italiano Giacomo Medici, che nel 1866 avanzò in Valsugana sconfiggendo gli austriaci, fino a Borgo il 23 luglio e Pergine il 24.

Poi dovette interrompere la sua marcia trionfale verso Trento, in seguito alla tregua militare, e rimase con i suoi 10 mila soldati in attesa dell'evoluzione del quadro diplomatico, finché venti giorni dopo, arrivò l'armistizio. (2/continua)













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