Varesco e Giordano: «Il suo, uno sguardo sempre diverso»

TRENTO. Fabrizio Varesco regista e documentarista che da anni vive a Ravenna, ma che ha condiviso con Dal Bosco gli anni sperimentali, ricorda così l’amico: «Quello che siamo riusciti a fare con...



TRENTO. Fabrizio Varesco regista e documentarista che da anni vive a Ravenna, ma che ha condiviso con Dal Bosco gli anni sperimentali, ricorda così l’amico: «Quello che siamo riusciti a fare con Francesco è stato un sogno che si è realizzato, fuori dal Trentino, anche se le basi della nostra ricerca è legata alle radici trentine. Trento è stato un serbatoio fondamentale di avventure e fantasie. Francesco aveva sempre un punto di vista diverso, da artista, che spiazzava e che coglieva sempre un aspetto inconsueto». Lo ricorda anche Stefano Giordano, per anni organizzatore delle rassegna del Santa Chiara:

«Credo che inquietudine, ricerca, provocazione interiore, tensione espressiva siano parole chiave e costanti del lavoro di Francesco, sia che si tratti di poesia, di letteratura, di teatro o di cinema. Tutti settori praticati ed esplorati non tanto per ecclettismo, quanto per la necessità di dare costantemente spazio e forma ad una personale visione ed espressione artistica, altra, indiretta, stratificata.

E questo è l’artista. L’uomo è quello che mi ha poi regalato tantissimo: la sua amicizia, la sua intelligenza, la sua generosità, le sue passioni, le sue parole, la sua arte, le suonate insieme con la chitarra e qualche volta quel suo sorriso tenerissimo e complice. Lui se ne è andato ma tutte queste cose ci restano nei ricordi, nelle esperienze, nei suoi film».













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