«The Full Monty? Resta una storia di coraggio» 

Intervista a Nicolas Vaporidis. Stasera all’Auditorium di Trento il celebre musical Si replica domani e dopodomani. «Venite a vederci, sono sicuro che vi divertirete»


KATJA CASAGRANDA


Trento. Sold out in prevendita, tanto che da alcuni giorni si è aggiunta una terza data per sabato 14 dicembre, domani, ore 17, è la sera di The Full Monty, il musical. Appuntamento oggi, 13 dicembre, e poi anche domenica 15 dicembre ore 21 in Auditorium, ma appunto sold out e poi domani invece alle 17 con ancora biglietti disponibili. Uno spettacolo che sta registrando tutto esaurito in tutta Italia dove sta circuitando da diverso tempo e che strizza l’occhio al famosissimo film omonimo ambientato a Londra dove per far fronte alla crisi alcuni uomini di mezza età trovano un escamotage che li porta su un palco per uno show di spogliarello totale, appunto full monty. Della versione italiana parla Nicolas Vaporidis che con Paolo Contichini, Luca Ward, Gianni Fantoni e Jonis Bascir fa parte del cast.

Il richiamo è quello al film, come sarà la versione italiana del musical?

Del film mantiene la trama e i personaggi, ma nella versione musical cambiano le musiche che hanno un’importanza per accompagnare la trama, i testi infatti sono funzionali a quello che succede in scena. Inoltre è stato differenziato il contesto che viene attualizzato e calato nel presente. Si ride moltissimo ci tengo a precisarlo ed è una costante dello spettacolo a tutte le latitudini dello stivale.

Quindi una commedia che però parla di occupazione?

Si una commedia che veicola messaggi affrontando seriamente il problema della disoccupazione e precariato. Si entra nella vita di questi personaggi che hanno un moto di rivalsa sul destino e scelgono di affrontare una sfida con il mondo, gli altri ma soprattutto con se stessi, quello di fare uno spogliarello.

Che appunto è il tema dello spettacolo?

Si parla di coraggio. Il coraggio che nasce dal gruppo ma che devi trovare dentro di te nell’affrontare le cose e i problemi che ognuno si porta dentro Parliamo di problemi di tutti, quello di sbarcare il lunario, affrontare selezioni e momenti difficili.

Un po’ come il vostro lavoro che è spesso un’incognita?

Ci rappresenta, come rappresenta molti lavoratori di oggi che devono sempre fare affidamento su di se e affrontare continue sfide e lotte. Credo che The Full Monty sia una iniezione di fiducia e ottimismo anche solo nel fatto di reagire in modo creativo e costruttivo, di rialzarsi e di trovare la propria dignità e coraggio.

Forse per un attore salire sul palco però è più semplice?

Per l’uomo comune è una grande sfida, perché chi lo fa di mestiere, recitare, ha diciamo le spalle coperte, chi invece fa altro ci vuole un gran bel fegato ad affrontare il palco. Infatti si ride davvero molto perché tutto è molto buffo. Il nostro intento è quello di portare sul palco personaggi che siano più fedelmente possibile persone comuni e normali, con tutti i problemi dell’uomo comune, le debolezze, i punti di forza.

Il pubblico si immedesima?

Non saprei, sicuramente si affeziona tanto che alla fine quando poi si arriva al clou c’è un tifo da stadio in sala e il pubblico è un po’ sul palco con noi.

Forse il gruppo in The Full Monty fa la differenza, non pare?

Da un certo punto di vista si, però al contempo ciascuno è solo con se stesso e questo viene fuori nello spettacolo. Professionalmente sono stato molto contento di lavorare con un cast di attori così importante ma soprattutto vorrei spendere due parole per tutti coloro che lavorano dietro le quinte e poi tutti coloro che saranno sul palco. Fanno un lavoro immenso di cui noi ci prendiamo gli applausi ma senza di loro non ci sarebbe lo show.

L’invito?

Venite a vedere The Full Monty perché è divertentissimo e vi piacerà di sicuro













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