OGGI AL TEATRO AUDITORIUM DI TRENTO 

“Favole al telefono”, Rodari diventa una music comedy

TRENTO. Tutto pronto per il debutto della produzione Fondazione Aida in collaborazione con il Centro Culturale Santa Chiara, “Favole al telefono” ispirato dall’omonima raccolta di favole di Gianni...



TRENTO. Tutto pronto per il debutto della produzione Fondazione Aida in collaborazione con il Centro Culturale Santa Chiara, “Favole al telefono” ispirato dall’omonima raccolta di favole di Gianni Rodari per la regia di Raffaele Latagliata. L’appuntamento per piccoli e grandi è oggi, 16 dicembre, alle ore 16 in Auditorium Santa Chiara di Trento all’interno della rassegna Anch’io a teatro con mamma e papà. E proprio della filosofia dello spettacolo racconta il regista.

Favole al telefono, un musical?

«Una commedia musicale anzi una commedia fantastica in musica, che strizza l’occhio alle atmosfere e sonorità oltre che armonizzazioni tipiche del Quartetto Cetra. Proprio al loro stile ci siamo ispirati per creare questo spettacolo che ricorda un po’ lo stile Antonello Falqui degli inizi. E questo credo possa essere un elemento che potrà piacere al pubblico adulto a cui è anche rivolto lo spettacolo. La storia è originale con una drammaturgia che cuce le favole. Abbiamo un personaggio Giovannino, un omaggio a Rodari, che si imbatte in quattro geni custodi di quattro telefoni d’epoca».

Tema centrale il telefono?

«Il telefono rappresenta un po’ il nostro tempo così legato alla tecnologia da cui anche i piccoli dipendono con l’illusione che tutto si trovi lì dentro non permettendo più alla propria fantasia di spaziare e divertirsi. Così si parte da un telefono da cui il protagonista vuole estrarre le favole, pensando che quando la mamma gli ha detto che il nonna la chiamava la sera e le raccontava una favola con cui si addormentava perché lui era via per lavoro, intendesse che queste favole fossero lì dentro. Quindi va nella bottega aggiusta telefoni per aggiustare questo telefono, ma qui appunto incontra quattro telefoni d’epoca».

Un viaggio nel tempo?

«Un viaggio nella fantasia perché abbiamo un classico telefono anni 20, poi uno degli anni 50 e poi degli anni 60 e infine degli anni 90 che come macchine sceniche si trasformano in altri mondi, che so un fortino della guerra, un divanetto… insomma scrigni che si aprono su mondi fantastici, quelli in cui si arriva sulle ali della fantasia e delle favole. Mi premeva lanciare un messaggio poetico e dell’urgenza di ritrovare la fantasia. Un’urgenza sentita da Rodari che la consigliava anche come materia scolastica».

Parole e musica?

«Una giusta commistione di teatro, musica canto e ballo che ci ha fatto cercare le giuste vocalità nei lunghi casting e che ci ha fatto lavorare in formazione con la Bernstein School ok Musical Theatre. Ci auguriamo che lo spettacolo venga accolto con calore e che possa rendere un degno omaggio a Rodari di cui nel 2010 ricorre il centenario della nascita. Proprio per questo ci aspettiamo che avrà una circuitazione futura a livello nazionale e che intercetti grandi e piccoli in egual misura».(k.c.)













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