Antonio Greco e gli oggetti leopardiani nella casa di Recanati



Ruota intorno ad oggetti, ambienti e suggestioni leopardiane la Mostra 'Io, Giacomo-omaggio a Vanni Leopardi' dell'artista Antonio Greco in corso fino al 30 giugno a Palazzo Leopardi a Recanati (Macerata). Il 'patrio ostello' ospita da due anni la rassegna di arte contemporanea 'Intervalli', in questo caso però la mostra nasce dell'incontro, nel 2014 fra l'artista e Vanni Leopardi, pronipote del Poeta e custode delle sue memorie. Una coincidenza che ha dato vita ad una vera amicizia.
    Per realizzare la mostra ci sono voluti 10 anni, durante i quali si sono susseguiti la morte dello stesso Vanni, il periodo del covid e infine l'apertura al pubblico degli appartamenti privati della dimora leopardiana. Si tratta di un piccolo gruppo di opere esposte nella Stanza del '900, spazio dedicato all'arte contemporanea sullo stesso piano della Biblioteca.
    Greco, attraverso un sottile gioco di calcolate associazioni e di rimandi fra oggetti e luoghi di affezione leopardiani, indaga i più importanti temi esistenziali: lo scorrere del tempo, lo sdoppiamento fra inconscio e natura, il conflitto fra l'esistere terreno di tutte le umane cose e il potere vivificante dell'immaginazione, associati ad oggetti cari a Giacomo Leopardi, raffigurati nei dipinti: i suoi libri con una sedia-scaletta, trasformati in una 'Siepe di carta' che allude a quella dell'Infinito, la sfera armillare e lo scheletrino d'argento usati dal poeta e dai fratelli per le lezioni di anatomia e di astronomia, la pendola della stanza in cui nacque e la scacchiera.
    "Dopo la nuova esperienza delle mostre collettive di arte contemporanea che abbiamo ospitato in questo ultimo biennio siamo pronti a riaprire le sale del nostro palazzo a un artista che aveva a suo tempo stretto un'amicizia con mio padre. Insieme hanno pensato a questo progetto che oggi, finalmente, vede la luce - il commento della contessa Olimpia Leopardi, discendente del Poeta -. La sensibilità di Antonio Greco, caratteristica che già colpì mio padre Vanni, si traduce in immagini pittoriche di indubbio impatto, capaci di declinare alcuni dei temi cardine del pensiero di Leopardi attraverso un mezzo espressivo apparentemente lontano dagli strumenti del poeta e dello scrittore, ma in realtà a lui prossimi. Giacomo osservò quegli oggetti che Antonio ha rappresentato, toccò quelle pagine e ne fece suoi i contenuti, insegnò il gioco degli scacchi alla marchesa Gertrude Cassi Lazzari e, complice quel gioco, sperimentò per la prima volta l'amore. Mi piace pensare che queste opere riportino a Casa Leopardi una parte di ciò che Giacomo è stato".
    Secondo Antonio Greco, nato a Siracusa nel 1982 e diplomato all'Accademia di Belle Arti di Roma nel 2006, le opere "indagano il rapporto intimo con gli oggetti d'affezione, la condizione umana e le nostre domande esistenziali". La scacchiera, "metafora della vita", appare in due quadri: un autoritratto sul tema del doppio e un altro lavoro in cui è abbinata all'immagine della maschera mortuaria del poeta e alla sfera armillare. La mostra "Io, Giacomo" è visitabile a Palazzo Leopardi tutti i giorni, dalle ore 9 alle ore 17:30 fino al 30 giugno 2024.
    Per visitatore è anche l'occasione per vedere i risultati del restauro, quasi completato, della Biblioteca: in particolare il pavimento riportato al colore originario del cotto e frammenti di affreschi riscoperti sulle pareti. 
   









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