comunicazione

Roberta, il doppio cognome e tutte le svolte della vita

Rizzi Bertelli racconta la sua attività di pubbliche relazioni e di “specialista in eventi”


Daniele Peretti


TRENTO. Roberta Rizzi Bertelli, un doppio cognome che è parte della storia della sua vita che volentieri racconta: «Papà Arrigo mi ha lasciato quando avevo tre anni (e nel ricordarlo non riesce a trattenere la commozione) e così sono stata cresciuta da mamma Doris e dalle mie nonne Sofia e Olga. Fortunatamente mia mamma ha incontrato Adriano che da più di quarant’anni è al nostro fianco (si sono sposati nel 1992) e quest’anno mi ha adottata: è per questo che porto un doppio cognome – Rizzi Bertelli – e sono molto felice di aver potuto mantenere come primo cognome quello di mio padre. In pratica sono cresciuta tra i profumi della pasticceria Bertelli ed il sapore del pane: mia nonna Olga apparteneva alla famiglia Pulin storici panificatore trentini».

Scuole trentine prima del trasferimento a Milano?

Sacro Cuore dalla scuola materna alle medie che devo ringraziare per la formazione che mi hanno dato e di quella frequentazione ho un ricordo al quale tengo molto.

Ci racconti.

Più o meno autorizzata quand’era l’ora della merendina, uscivo per andare in Via Cavour nel panificio dove trovavo mia nonna Olga con uno spuntino già pronto, un bacio e una carezza e poi tornavo a scuola, felice.

Laurea in Sociologia indirizzo comunicazione, Master alla Iulm di Milano. E da questo momento iniziano le prime esperienze lavorative.

Prima però vorrei ricordare che ho avuto l’onore di discutere la mia tesi col professor Rutigliano: è una cosa alla quale ci tengo molto. Una volta laureata avrò spedito una cinquantina di curriculum ed ho avuto la fortuna di essere assunta alla showroom Versace linea Classic come referente del mercato estero, specificatamente quello asiatico e russo: un’esperienza che è durata due anni.

Abbiano anche una parentesi romana.

Sono stata assistente parlamentare per un onorevole trentino, esperienza che ho interrotto con la decisione di creare un’attività autonoma.

Vogliamo dire il nome dell’onorevole?

Sinceramente preferirei di no.

Perché ha deciso di cambiare modalità lavorativa aprendo un’agenzia tutta sua?

Sia il lavoro da Versace che quello di assistente mi avevano permesso di acquisire una serie di competenze, ma anche di conoscenze che mi hanno convinto che potevo farcela da sola.

In concreto di cosa si occupa?

Public Relation creando delle sinergie tra i miei clienti che possono sfociare in collaborazioni, organizzare eventi e comunicazione con particolare attenzione al settore del food e beverage.

Il suo primo cliente?

Le Cantine Ferrari che mi hanno assegnato il compito di promuovere Villa Margon a Trento. Ho organizzato aperitivi musicali, eventi gastronomici, ma anche culturali e direi con piacere: missione compiuta perché i trentini hanno iniziato a frequentare Villa Margon com’era l’obiettivo iniziale.

Nell’ambito della promozione cosa non fa mai mancare?

Il prodotto del Trentino che dev’essere alla base di varie interpretazioni gastronomiche, ma che dev’essere valorizzato. Le faccio un esempio?

Volentieri.

“Garda con Gusto” Carne Salada & Co, ridefinendo il claim in “Garda con Gusto”. L’obiettivo era quello di rilanciare un prodotto tipico che abbiamo proposto accompagnato da varie eccellenze del territorio preparate da cuochi di primo livello nazionale come Gennaro Esposito, Alfio Ghezzi, Matteo Delvai, Filippo Sinisgalli, Valeria Raciti, Josef Steffner, ma anche molti altri. Ognuno di loro ha presentato una diversa ricetta.

C’è stato un suo evento che ancora prosegue?

Si, penso al Tour Dolomitico del Trento Doc che continua ad essere un successo. Adesso lo sto riproponendo con una vesta diversa e cioè “Impavida on the rock” che è stato un modo per promuovere la birra artigianale prodotta ad Arco in alta quota (Chalet Ferrari, Rifugio Stoppani e Rifugio Doss del Sabion ) abbinando la birra ad una serie di eventi di genere vario.

Lavora da sola?

La decisione di essere sola con me stessa l’ho presa ad inizio carriera e non l’ho più cambiata. All’inizio mi spaventava l’idea che dipendesse da me il futuro economico dei miei dipendenti, E se poi le cose vanno male, mi chiedevo, e così non ho voluto coinvolgere nessuno Oggi sono convinta che il successo dipenda dal fatto che tutto il ciclo è sotto il mio controllo: dall’analisi iniziale del brand, alla scelta della location, all’organizzazione dell’evento e della sua comunicazione. Per come sono fatta non riuscirei facilmente a delegare.

Se dovesse dare una definizione di sé?

Stilista della comunicazione, ma anche sognatrice. Credo nei valori, nella famiglia e sono convinta che tutto quello che fai torna: Per questo cerco di elogiare la gentilezza come moderno strumento per fare bene il proprio lavoro.

Ha mai rifiutato una collaborazione?

Non nel senso di dire che mi sono rifiutata in senso assoluto. Mi è stata proposta una promozione simile a quella realizzata per Villa Margon alla quale ho detto no, ma solo perché oggi sono orientata su un genere diverso che è come detto il Food e Beverage, e non la promozione dei locali.

La sua è una professione nella quale non ci si può mai fermare, non le mancheranno di certo i progetti.

Con l’eredità che mi ha lasciato mia nonna ho comprato un piccolo appartamento a Verona: 50 metri quadrati che ho chiamato “Dimora Tito Speri” che propongo come base per soggiorni turistici in città. Sto pensando a un secondo in Versilia anche perché si sono dimostrati occasioni d’incontri di lavoro.

Indirettamente organizza anche delle sorprese: ci sorprenda.

Sono anche ex attaccante professionista del Real Bardolino di calcio femminile e Classificata C di tennis.













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