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Più avvocata o più scrittrice? «Coi gialli, magari tutte e due»

Athena Maya Zandonai è alle prese con la tesi di laurea in giurisprudenza ma ha già un romanzo alle spalle


Daniele Peretti


PEDERSANO. Non sempre è una fortuna avere dei genitori appassionati di antiche civiltà. Sì, perché se ti trovi nel pancione di mamma a far visita al sito archeologico di Agrigento e scalci davanti alla statua di Athena, per la mamma diventa un segnale. E Athena diventa il tuo nome. Ma siccome il papà non vuole essere da meno ecco il secondo nome: Maya cosicché il cognome, Zandonai, passa in secondo piano. Così da 26 anni Athena Maya si porta il peso di un doppio nome così importante quanto atipico: «Il peggio - dice - è tutte le volte che devo spiegarne il significato; ma se vogliamo vederlo in un altra prospettiva Athena era la divinità delle arti, dei mestieri e della saggezza a se mi vedo scrittrice e laureanda in Giurisprudenza potrebbe proprio essere il nome giusto».

Athena Maya inizia il Liceo Turistico che poi lascia per il Linguistico e una volta diplomata si iscrive a Giurisprudenza a Trento ed oggi sta preparando la tesi.

Questa è una parte della storia, l’altra è un libro iniziato a 17 anni e concluso dopo dieci anni. Come mai?

Mi è sempre piaciuto scrivere e così nel tempo libero o erano poesie o racconti, ma quando mi sono orientata sul genere Fantasy sono arrivata a scrivere 100 pagine di una storia che è poi diventata il primo libro di una trilogia.

“Oltre alla costellazione d'oro” ha avuto una gestazione lunga, ma quando è stato completato Athena non ha resistito e pur di pubblicarlo in fretta, si è autoprodotta.

Avevo davanti a me 240 pagine di una storia che mi piaceva un sacco e non volevo perdere tempo. Prima mi sono affidata ad un editor per le correzioni e poi, dopo 6 mesi, l’ho mandato in stampa. Questo tempo è servito anche ad una disegnatrice sia per creare la copertina che i disegni corrispondenti ad ogni capitolo.

Quali sono i limiti dell’autoproduzione?

Il primo è che le librerie ti snobbano, perché non abbiamo alle nostre spalle una casa editrice. Finisce che ci prendono il libro in conto vendita, ma non ci ospitano per una presentazione. Poi ci manca la distribuzione capillare che può garantire un editore: è un fai da te a tutto tondo.

Perché la scelta del genere Fantasy?

Un po’ per poter spaziare senza regole e poi mi permette di giocare con la mia mente molto creativa.

“Oltre alla costellazione d’oro” racconta però di una reincarnazione.

Sì, racconta la storia di una ragazza che scopre di potersi reincarnare in varie epoche dove incontrerà sempre un’anima speciale. Questi viaggi nel tempo accompagneranno la protagonista nel suo percorso di crescita, fino al suo essere donna nella parte finale del libro.

Mentre i due che completeranno la trilogia?

Nel secondo la protagonista si troverà nell’Antico Egitto, alla corte del faraone Akhenaton, ma potrebbe anche non essere più una donna, ma un uomo.

Crede nella reincarnazione?

Non saprei rispondere con certezza a questo interrogativo perché tante mie domande restano senza risposta, ma direi di sì. Diciamo che sono misteri ai quali si dovrebbe credere a priori.

Cosa le è piaciuto di più del suo primo libro? Lo sviluppo della storia che corrisponde a quello della mia vita. Consideriamo che quando l’ho iniziato avevo 17 anni e 26 quando l’ho finito: linguaggio, emozioni, sogni corrispondono ai miei cambiamenti, in quelle pagine c’è una parte di me.

Il secondo libro quando uscirà?

Ci sto lavorando, ma prima sarà pubblicata la versione in inglese di “Oltre alla costellazione d’oro”; una decisione che ho preso perché nei paesi anglosassoni il genere Fantasy è molto più conosciuto ed apprezzato rispetto all’Italia.

Qual è il problema più grande che un giovane scrittore deve affrontare?

Sembra un paradosso, ma purtroppo non lo è: farsi conoscere dai propri coetanei. Anni fa c’era maggiore disponibilità, oggi prendere in mano un libro è considerato tempo perso. Si preferisce internet, ma è molto triste. Si darebbe per scontato che il giovane autore avesse porte aperte tra i suoi coetanei ed invece quelle sono proprio le prime ad essere chiuse.

Quindi sfrutta i canali social per promuoversi?

Oggi non se ne può fare a meno, e il più efficace è tik tok, ma anche metodi tradizionali come il passaparola, le interviste e le presentazioni e sotto questo aspetto bisogna dire che il circuito delle biblioteche è molto disponibile ad ospitare giovani autori. Quest’anno mi muoverò in altre città italiane per allegare la cerchia dei miei potenziali lettori.

Dopo la tesi si troverà di fronte ad un bivio: avvocato o scrittrice?

Me lo domando spesso. Il mio sogno sarebbe quello di scrivere, ma realisticamente non penso che riuscirò mai ad arrivare ad un livello tale da poter essere economicamente indipendente. Un’idea sarebbe anche di affiancare le due professioni, già adesso sto studiando alcuni grandi processi e quindi un genere giallo potrebbe anche diventare una soluzione.

Ci potrebbe essere una terza via nel suo futuro?

Mi piacerebbe aprire un’agenzia che aiuti a tutto campo i giovani scrittori. Oggi manca e siamo abbandonati a noi stessi ed alcuni di noi sono anche vittime di gente senza scrupoli che sfrutta la nostra ingenuità e entusiasmo.

Il segreto per avere un futuro?

Crederci e non mollare mai. Come ho fatto io del resto. Perché ho impiegato tanto a pubblicare il mio primo libro? Perché non ero abbastanza convinta. Quando lo sono diventata l’ho pubblicato, l’ho tradotto e sono già molto avanti col secondo: non bisogna mai avere dubbi su se stessi.













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