STORIE DI DONNE

Elena Conci, l’affettività inizia ancora prima della nascita

La “aptonomia” è una scienza ancora poco esplorata: in Trentino c’è una delle prime tre specialiste italiane


Daniele Peretti


TRENTO. Elena Conci è una delle poche psicologhe perinatali italiane, ma anche uno dei tre professionisti specializzati in Aptonomia che praticano in Italia.

Forse è meglio spiegare subito: «Come psicologa perinatale che riguarda la fascia d’età da 0 a 6 anni, preparo i genitori ad essere tali sia durante la gestazione, ma soprattutto una volta che il bambino è nato compreso il sostegno per il lutto perinatale, ovvero quando il piccolo muore durante la gravidanza. L’Aptonomia invece è la scienza dell’affettività espressa mediante il contatto per riuscire a stabilire una relazione diretta col bambino anche quando è ancora nella pancia della mamma».

Discipline recentissime.

Decisamente. Si tratta di studi portati a termine nell’ambito delle Neuroscienze Pediatriche che hanno rivoluzionato il modo di trattare i primi anni di vita. Pensiamo solo che fino a non molto tempo fa se si doveva operare un neonato dopo il parto, lo si faceva senza anestesia perché si era convinti che non provasse dolore.

Che non sia facile essere genitori è cosa assodata, ma le cause quali possono essere?

La prima differenza è data dai tempi di maturazione di un cervello: ci vogliono 25 anni per definirlo maturo. Prima, ma specialmente fino a sei anni, ci si muove sull’emotività e non sulla razionalità e questa situazione innesca reazioni diverse. Poi avere il figlio “sveglia” quel bambino che c’è in ogni adulto e se si cade nella trappola della sfida si finisce per comportarsi come loro e si entra in un vicolo cieco.

Il suo ruolo è quindi quello di far ritrovare la giusta strada?

Sì. Non faccio altro che consigliare, discutere insieme i comportamenti cercando di trovare vie alternative. Consideriamo una cosa: se si parla solo adesso dell’aspetto emotivo dell’educazione, vuol dire che fino ad oggi era escluso nel processo educativo e questo condiziona l’educazione.

Può fare un esempio?

La paura dimenticata. Parlando recentemente con una mamma è emerso il ricordo di quando da piccola veniva chiusa in cantina fino a quando non le passava la crisi: era da sola in un ambiente ostile senza capirne le ragioni e aveva paura. Dall’altra parte se la sua mamma era arrivata a un simile gesto era perché non sapeva più cosa fare. Questo, ad esempio, è un aspetto che finisce per condizionare la neo mamma che ha bisogno di un sostegno per essere instradata nella giusta modalità.

I perni dell’educazione?

Amorevolezza, affettività, ma anche fermezza. Per quest’ultimo punto non sempre si sa come dire nel modo più giusto “no, non farlo”, ma basta poco per impararlo. Elena Conci dopo il diploma alla Scuola di Puericultrice lavora per alcuni anni al Nido, poi c’è un episodio che le fa cambiare vita. C’era un bambino che quando dormiva sbatteva la testa dove capitava, cuscino, muro o rete che fosse, e nessuna di noi sapeva cosa fare. Per me era una cosa insensata e così ho deciso di studiare quei comportamenti perché non può essere possibile non conoscere la ragione alla base di un comportamento sbagliato.

E l’Aptonomia cos’è?

Disciplina nuovissima che al momento in Italia siamo in tre a praticare. Potremmo anche chiamarla Scienza dell’Affettività che parte dal presupposto che il bambino risponde agli stimoli ancor quando si trova nella pancia della mamma. È una cosa molto importante specialmente per i papà che rispetto alle mamme hanno tempi diversi per rendersi conto di esserlo diventati.

All’atto pratico?

Parlando di un bambino che deve ancora nascere, si riesce a ottenere reazioni diverse se ad accarezzare il pancione è la mano della madre o del padre; si riesce a farlo spostare. È un modo per stabilire una relazione affettiva, ma anche per far capire al bambino che non è solo.

Dove ha studiato Aptonomia?

Non l’ho studiata in Italia, ma a Parigi. Ma l’Aptonomia, diffusa in molte parti del mondo, è utilizzata in vari ambiti di cura: nascita, educazione, disabilità, malattia, accompagnamento delle persone alla fine della loro vita.

Quali possono essere i benefici per i genitori in attesa?

Un accompagnamento aptonomico ha benefici sia sulla gravidanza che sulla nascita e sull’inizio della relazione madre, padre, bambino. Attraverso il contatto psico-tattile i genitori potranno iniziare a instaurare una relazione col piccolo. Quando mi si chiede di far capire cos’è l’Aptonomia, faccio l’esempio della relazione madre-bambino, quando il bambino è ancora nel ventre materno.

Quante volte succede che una mamma metta le proprie mani sul suo ventre percependo chiaramente che il bambino viene a farsi coccolare?

Se lei le sposta, sente che il bambino si muove per andare di nuovo a rannicchiarsi. Lui risponde col suo movimento a questo contatto di tenerezza. Ciò che lui percepisce è che viene chiamato attraverso il ventre materno. Questo è solo uno dei punti di partenza per stabilire una affettività tattile che può durare per tutto il primo anno di vita: è una trasmissione di amore che è stupendo dare e ricevere.













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