il caso

Wimbledon, Djokovic attacca: «Folle escludere i tennisti russi»

L'ucraina Svitolina: «Deroga agli atleti contrari alla guerra» (foto Ansa Epa)



LONDRA. Una decisione "ingiusta" secondo l'ATP, addirittura "folle" nella disapprovazione di Novak Djokovic: continua a far discutere l'esclusione dalla prossima edizione di Wimbledon dei tennisti russi e bielorussi, che però - secondo la tennista ucraina Elina Svitolina - dovrebbero essere riammessi in tabellone, qualora si schierassero apertamente contro la guerra in Ucraina. Una presa di posizione, netta e inequivocabile, contro il governo di Vladimir Putin restituirebbe loro il diritto di iscriversi ai Champioships 2022: questo il pensiero dell'ex n.3 del ranking mondiale, che si è detta delusa del comportamento dei suoi colleghi in questi ultimi due mesi.

"Non vogliamo che siano tutti esclusi - ha dichiarato Svitolina -. Se i giocatori non criticano pubblicamente il governo russo, è giusto non farli giocare. Vogliamo che facciano sentire la loro voce, che si schierino con il governo russo o con il resto del mondo. Questo per me è il punto centrale. Chi è contro questa invasione deve dirlo". La fermezza dell'All England Club non è stata condivisa dall'ATP e dalla WTA: per le due associazioni che riuniscono i professionisti del tennis maschile e femminile del mondo si tratta di "un pericoloso precedente".

"Abbiamo visto che sono state imposte sanzioni ai cittadini russi. Perché i tennisti devono essere trattati in maniera diversa? - la replica di Svitolina -. Non penso che sia giusto. Ci sono molti tennisti russi che possono fare di più". Anche a livello personale: la tennista ucraina, nata ad Odessa, lamenta la scarsa solidarietà ricevuta dopo l'inizio della guerra. "Posso contarli su una mano quei tennisti russi o bielorussi che mi hanno chiesto come sto, o come sta la mia famiglia. E' una situazione che mi rende molto triste, perché sono colleghi che incontri tutte le settimane in giro per il mondo".

Se diversi tennisti russi, come il n.2 del mondo Daniil Medvedev o Andrey Rublev, si sono già espressi contro la guerra, nessuno finora ha voluto, o potuto, spingersi oltre, criticando l'intervento militare voluto dal Cremlino. Eppure per Novak Djokovic la decisione di Wimbledon è "folle, perché i tennisti non c'entrano nulla". "Condannerò sempre la guerra - il pensiero del campione serbo -. Non la sosterrò mai, essendo io stesso figlio della guerra, ed essendo cresciuto durante i conflitti civili che hanno seguito il crollo della Jugoslavia. Ma quando il governo interferisce con lo sport, il risultato non è mai buono".













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