Via col vento, poi brinda Demare 

A Brindisi il tris del francese. La Deceuninck Quick-Step apre il ventaglio e fa “ballare” gli uomini di classifica, a Brindisi arriva il tris di Arnaud Non si corre la Parigi-Roubaix. La seconda ondata di Covid-19, pesante in Francia, si porta via la classica delle pietre: c’era riuscita solo la guerra


LUCA FRANCHINI


Non c’è due senza tre. E l’impressione è che, nei prossimi giorni, il quattro possa venire da sé. Arnaud Demare si è confermato il re delle volate al Giro d’Italia e ha centrato la seconda vittoria in due giorni, la terza in totale in questa edizione della corsa rosa. Il campione di Francia, dominatore giovedì a Matera, si è ripetuto ieri nella settima frazione, 143 chilometri tiratissimi dalla Città dei Sassi a Brindisi. Jacopo Guarnieri si è confermato il miglior “ultimo uomo” in gruppo e ha pilotato alla perfezione lo sprinter della Groupama Fdj, che ha conquistato la quarta affermazione della carriera al Giro.

Male gli italiani

Soltanto Peter Sagan è apparso in grado di impensierire il transalpino, ma allo sprint non è nemmeno riuscito ad affiancare la maglia ciclamino, costretto ad accontentarsi del secondo posto e a rinviare l’appuntamento con il successo, che manca ormai da tempo. Terza piazza per Michael Matthews, quarta per Ben Swift, seguito da Alvaro Hodeg e Rudy Barbier. Male gli italiani: il miglior di giornata è stato Davide Ballerini (Deceuninck Quick Step), con Viviani soltanto decimo.

Si balla con i ventagli

Prima della volata, però, c’è stata battaglia in gruppo, con gli uomini di classifica costretti agli straordinari in una tappa che, per loro, doveva essere di trasferimento. Appena dopo il via si sono avvantaggiati Simon Pellaud, Josef Cerny, Marco Frapporti e Thomas De Gendt, mentre alle loro spalle Deceuninck Quick-Step, Jumbo Visma e Sunweb hanno aperto un ventaglio, creando il caos. Nibali è rimasto davanti, non Jakob Fuglsang, costretto a inseguire il gruppo della maglia rosa Joao Almeida. Ancora più indietro Simon Yates, Domenico Pozzovivo e la maglia bianca Harm VanHoucke. Da lì è partito l’inseguimento, pancia a terra, a 50 e più chilometri orari di velocità. Fuglsang è rientrato sfruttando il cambio di vento, Pozzovivo quando la carovana è arrivata nei centri abitati. A Taranto, successivamente, c’è stata la caduta di Fuglsang e VanHoucke, rialzatisi senza conseguenze ma ancora costretti a inseguire. Poi, a 45 chilometri dal traguardo, un’altra caduta, con molti corridori coinvolti: VanHoucke ha dovuto nuovamente lanciarsi all’inseguimento.

L’epilogo in volata ha premiato Demare, con Joao Almeida sempre in maglia rosa, al termine di una tappa che ha lasciato il segno nelle gambe, più di quanto ci si potesse aspettare. I tre trentini in gara – Cesare Benedetti, Nicola Conci e Mattia Bais – hanno lavorato per le rispettive squadre, chiudendo nelle retrovie. Oggi è in programma l'ottava tappa, la Giovinazzo-Vieste di 200 chilometri, dove qualcuno di loro potrebbe provare a inserirsi in una fuga dalla distanza. La frazione sarà mista, con una prima parte pianeggiante seguita da una seconda più impegnativa, sul Gargano.

Addio alla Roubaix

Ieri, intanto, è arrivata la notizia dell’annullamento della Parigi-Roubaix. Le autorità francesi, vista l’emergenza sanitaria in corso nel Paese, hanno deciso di cancellare la classica delle pietre, che tornerà l’11 aprile 2021. Soltanto la guerra, fino ad oggi, aveva fatto sospendere la corsa: nell’albo d’oro, infatti, mancano le edizioni tra il 1915 e il 1918 e quelle tra il 1940 e 1942.

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