Schwazer ubriaco, patente ritirata

L’ex olimpionico di marcia fermato dai Carabinieri sulla statale vicino a Vipiteno mentre guidava in stato d’ebbrezza


di Susanna Petrone


BOLZANO. Non finiscono i guai per Alex Schwazer, l’olimpionico della 50km di marcia a Pechino: durante lo scorso fine settimana, infatti, i carabinieri lo hanno fermato sulla statale vicino a Vipiteno, mentre guidava in stato di ebbrezza. Secondo gli uomini dell’Arma c’era qualcosa che non andava e per questo motivo hanno deciso di fermare il veicolo e sottoporre l’ex atleta all’alcol-test. Ed è risultato positivo. I valori erano sopra a un grammo per litro di sangue. In parole povere: il doppio rispetto al limite previsto per legge. La macchina non è stata posta sotto sequestro. Ma Alex Schwazer ha dovuto consegnare la patente e lasciare la sua vettura parcheggiata sul bordo della strada.

E mentre l’ormai ex marciatore dell’Alta val d’Isarco si vedrà arrivare a casa una multa salata, l’inchiesta sul doping nel mondo dell’atletica si preannuncia ancora lunga e, probabilmente, ricca di sorprese. Lo hanno annunciato poche settimane fa il procuratore capo Guido Rispoli e il sostituto Giancarlo Bramante che stanno conducendo l’indagine. Secondo la Procura, infatti, ci sarebbero ancora decine di testimoni da sentire in merito a diversi aspetti emersi all’indomani della scoperta del “caso” di Alex Schwazer. Si tratta di persone (tra cui diversi medici) che gli inquirenti intendono sentire per il momento come soggetti informati sui fatti. Al momento la lista degli indagati non sembra destinata a diventare più folta. Il lavoro per gli investigatori è però ancora sostanzioso. I due magistrati, infatti, avevano fatto capire che l’inchiesta non sarebbe stata conclusa entro la fine del 2013. Sono decine i nuovi interrogatori già programmati per dicembre: ma gli inquirenti intendono anche analizzare attentamente la documentazione depositata nelle memorie informatiche di decine e decine di computer sequestrati nel corso delle ultime perquisizioni. Si tratta, per la precisione, di mille Gigabyte. Nel frattempo è emerso che dall’interrogatorio di Carolina Kostner (sentita in qualità di persona informata sui fatti in quanto all’epoca fidanzata di Alex Schwazer) non sarebbero emersi elementi particolarmente significativi per l’inchiesta. La pattinatrice azzurra si era limitata ad ammettere di essere stata a conoscenza che nel frigo di casa Schwazer erano conservati dei medicinali utili per la preparazione atletica di Alex. Carolina ha però puntualizzato di non essersi mai interessata sul tipo di sostanza e avrebbe anche confermato quanto già detto in precedenza e cioè che Alex mai le avrebbe confidato come intendeva prepararsi alle Olimpiadi di Londra né di aver mai avuto il minimo sospetto della decisione di Alex di affidarsi a sostanze dopanti per cercare di vincere.

L’inchiesta ha già portato a sentire (sempre in qualità di persone informate sui fatti) diverse stelle dello sport italiano, da Andrew Howe al presidente della Fidal Nazionale Alfio Giomi, compresi alcuni tecnici. L’indagine sta ormai coinvolgendo quasi tutti gli ambienti dell’atletica. Molti accertamenti e interrogatori vengono delegati dai due magistrati bolzanini titolari dell’inchiesta ai reparti specializzati dei carabinieri, in particolare Ros (Reparto speciale operativo) e Nas (Nucleo antisofisticazione). Il caso era scoppiato il 30 luglio del 2012 quando l’olimpionico venne trovato positivo all’Epo (eritropoietina) in un controllo a sorpresa nella sua casa a Calice di Racines. Il 6 agosto 2012 la Wada (l’agenzia internazionale antidoping) informò il Coni che fermò l’atleta in partenza per le Olimpiadi di Londra. Due giorni dopo, l’8 agosto, in una conferenza stampa a Bolzano, Schwazer confessò tutto.

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