Saronni a casa di Moser: tregua dopo 30 anni

Un incontro che anticipa la «pedalata» del Checco di oggi. Due grandi rivali mai diventati amici


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Il lombardo scende dal’auto. Si guarda in giro e al padrone di casa che lo accoglie butta là: «Ma questo maso non lo avevi mica quando eri corridore, vero? C’è troppa salita per arri vare qui e per come andavi tu quando la strada si impennava mi sa che non ce l’avresti mica fatta....». Eccolo c’è tutto il Beppe Saronni in questo abbrivio e nella risatona finta imbarazzata di risposta si vede il vero Francesco Moser.

Eh già, perché anche in un periodo in cui gli aggettivi mitico e storico si sprecano il primo incontro a casa Moser tra i due grandi campioni-rivali degli anni settanta e ottantaè una sorta di avvenimento: «Eh sì, in 30 e passa anni a casa Beppe non era mai venuto qui da me. Ed io da lui? Eh,sono stato al suo paese, ma mi sono fermato in un bar» chiosa il Checco, attorniato da tutta la big family impegnata nella preparazione della pedalata dedicata ai fans che oggi si celebra con partenza da Palù di Giovo.

La «scusa» per l’incontro tra i due è la presentazione di un libro che è diventato un caso editoriale nel mondo dello sport. Si intitola appunto “Moser Saronni, duello infinito” scritto dal giornalista Beppe Conti ed uscito per i tipi della Graphot editrice.

«Non c’ è più stato un dualismo come quello tra loro due ed in precedenza si era avuta una rivalità paragonabile solo tra Coppi e Bartali. Con una differenza però. Una volta finito di correre Fausto e Gino sono diventati amici, Saronni e Moser cercano ancora di frequentrarsi il meno possibile» spiega Conti che, dal punto di vista professionale, si è vissuto in pratica tutto il duello dal 1976 in avanti.

Il suo libro, già arrivato alla seconda edizione, è una miniera di aneddoti, di storie raccolte sul campo, a partire dalla prima corsa vinta in faccia a Moserone da parte di un impertinente ragazzino passato professionista a soli 19 con la fama di pistard: «Sì ce la ricordiamo bene tutti e due quella corsa. Era il trofeo Pantalica. Vinsi io - racconta Saronni - ma in efetti tu Francesco fosti ostacolato in volata da una moto...».

«Ostacolato? Era ferma in mezzo alla strada proprio mentre stavo lanciando la volata. Quell’incauto motociclista lo buttai già con una spallata.. aveva fatto una cavolata...» spiega Francesco di fronte ad un centinaio di appassionati salito a Villa Warth

«Ecco, avete capito - osserva pronto Saronni - con che gente dovevo correre in bici...». Risate, applausi, per una bella serata di ciclismo. E per tutti nostalgia di tempi, questi sì, davvero mitici.













Scuola & Ricerca

In primo piano

Podcast / Storia

Il Trentino nella Grande Guerra: un fremito dal Trentino irredento

La guerra infuria in Europa, gli uomini tra i 16 e i 50 anni sono al fronte, mentre l’Italia fa i conti con una disoccupazione crescente. In Trentino, come altrove, si dibatte sulla neutralità italiana, criticata dagli “energumeni della parola”. Tra le voci più sonore, quella della fazione che si batte per la “redenzione”, la liberazione dal giogo austriaco.