Il convegno

Rossi: "Serve una scuola più aperta al territorio"

Attività sportiva e formazione scolastica al centro della due giorni organizzata dal Coni di Trento


Paolo Trentini


TRENTO. Una scuola più aperta al territorio, investimenti nella formazione degli insegnanti e nuovi metodi di istruzione. Sono le linee emerse nel convegno organizzato dal Coni di Trento per migliorare l’educazione motoria dei giovani dai 3 ai 20 anni. Ieri e venerdì al Teatro Sociale di Trento si sono messe a confronto diverse realtà europee di educazione allo sport nelle scuole.  Ne è emerso un quadro dove è risultato palese che chi è maggiormente soddisfatto dell’educazione fisica fatta a scuola è più propenso a fare attività fisica anche fuori dall’orario scolastico. Da qua la necessità e la sfida futura di cambiare metodi di insegnamento e di collaborare con le società sportive.

Il Trentino è ai primi posti nazionali per quanto riguarda l’attività fisica e agli ultimi per quanto riguarda il numero di giovani sovrappeso, ma bisogna andare al passo coi tempi: "E’ sempre più importante – ha chiosato il governatore della regione Ugo Rossi – la collaborazione tra club sportivi e scuole, con le seconde che debbono aprirsi di più al territorio che le circonda. In Trentino abbiamo istituito diverse modalità per migliorare la presenza di sport a scuola come il progetto "Scuola e Sport", ma anche il liceo scientifico sportivo per fare due esempi. Lo sport è però un investimento sulla salute ed è anche cultura e va fatto uno sforzo e investire maggiormente sulla formazione degli insegnanti e potenziare la loro formazione sullo sport. La scuola dovrebbe essere il luogo per porre maggior attenzione sulla pratica sportiva e anche ricalcare semplicemente quanto fatto in diverse città europee dove si trova il tempo all’interno dell’orario di lezione per fare una camminata con i ragazzi diventa un fattore fondamentale per migliorare la salute dei ragazzi. Il problema alla base è proprio di cultura diffusa, è necessario che le scuole utilizzino maggiormente il loro ambiente circostante anche per sperimentare nuove forme di insegnamento e apprendimento".

Una di queste è stata approntata con successo in Danimarca, dove le attività della scuola materna si svolgono per lo più all’aperto, in quanto studi ed esperimenti hanno verificato che chi svolge maggior attività fuori dalle classi sviluppa più capacità di attenzione in classe e si muoverà di più anche da adulto. Al contrario non sempre lo sport a scuola è positivo. In Germania, per esempio, lo sport a scuola è cosa recente ed è confinata soltanto nelle ore pomeridiane con il risultato che chi fa sport a scuola magari non ha voglia di praticarlo anche per conto suo o in un club.

Uno stimolo alla pratica sportiva proviene dalla Francia, dove le federazioni sportive hanno tutti gli interessi a entrare nelle scuole superiori in quanto l’educazione fisica (teorica e pratica) concorre come le altre materie nel determinare il punteggio finale dell’esame di stato. Un’ultima possibilità per migliorare l’attività sportiva nelle scuole l’ha portata Moris Gasparri del centro studi Coni, parlando della realtà gallese: "Bisogna saper ascoltare le esigenze dei bambini – ha spiegato Gasparri -. In Galles per qualche anno è stato somministrato agli alunni di tutte le scuole elementari un questionario riguardo il grado di soddisfazione circa l’attività svolta nelle ore di educazione fisica. Ebbene, ne è emerso che i bambini che trovavano l’attività svolta stimolante e soddisfacente erano molto più propensi a svolgere uno o più sport anche al di fuori dell’orario scolastico rispetto a chi non si divertiva. Ecco perché non solo è necessario aumentare la quantità di ore dedicate all’attività motoria nella scuola, dando strumenti adeguati anche agli insegnanti".

 













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